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Uno specchio per Alice, a Città Sant'Angelo.

manola rotunno L'associazione Ciak cinematografica, a Città Sant'Angelo, il 10 aprile, ore 21,00, presso il teatro comunale, presenta il film, con Manola Rotunno, "Uno specchio per Alice", regia di Gianni Di Claudio, colonna sonora di Alexian Santino Spinelli e Paolo Pagannone. Alla proiezione saranno presenti il regista e il compositore Pagannone che eseguirà alcuni brani della colonna sonora dal vivo.

Ecco la trama:

  la storia di Uno Specchio per Alice è quella di una ragazza moderna che affronta il suo viaggio di formazione in compagnia di una sua amica e scopre non solo gli aspetti, a volte inquietanti della sua crescita personale, ma anche le zone d’ombra di una società che vanta più di una bruttura nella sua organizzazione e nel suo funzionamento.
Agli occhi puri di una Alice adolescente che si affaccia alla maturità questi sono elementi che destano più di una preoccupazione.

La metafora di un mondo che guarda se stesso non più nei semplici specchi di vetro rifrangenti la verità, ma su dei monitor falsificanti e deformanti e quella di una società che mira più ad una ricerca laboratoristica invece che protendere ad una crescita umana e civile.

Il Film è pieno di riferimenti a segni e simboli della nostra civiltà e li usa con cognizioni di causa e correttezza filologica: c’è un Regno del Male , sotterraneo, privo di luce, contrassegnato dal simbolo del Serpente e gestito da un “Grande Vecchio” e da una Regina delle Tenebre; e c’è un Regno in superfice che vive di Luce e si nutre degli elementi della Natura: acqua, sole, terra, cielo. specchio per alice

 Di Claudio ha messo in scena una favola universale, attualizzandola e adattandola ai nostri tempi: la favola de Il Flauto Magico, rappresentata in musica da Mozart e in cinematografia da Ingmar Bergman tra gli altri.
Si tratta di un’opera fuori dagli schemi della cinematografia italiana attuale, fuori di ogni moda, e forse proprio per questo Uno Specchio per Alice non sarà di grande successo e, forse, neanche di facile comprensione. Un lavoro che non assomiglia a nulla di ciò che vediamo passare in TV e da ciò che viene distribuito nelle sale, tanto i Film italiani medi sono ovvi e prevedibili nei loro stessi temi e sviluppi, tanto Uno Specchio per Alice è fantastico, sorprendente, imprevedibile con la sua capacità di inventare spazi e situazioni nuove. C’è un utilizzo geniale dei luoghi e degli ambienti, ma anche dei visi degli attori pressoché debuttanti in campo cinematografico sulla falsariga di una “nuova onda” cinematografica che sa fare a meno di grossi capitali, di attori noti e di mega produzioni; c’è il tentativo di fare Cinema con la vita stessa e con persone comuni: si cerca cioè nella vita reale un’espressione, un viso che siano già il personaggio e non l’attore che faccia “finta”.

 

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