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Corteo al Quirinale senatoriale contro "tagliola" sulle riforme

Politica

Un centinaio di parlamentari di M5s, Sel, Lega e gruppo misto di Camera e Senato si sono riuniti nei pressi di Palazzo Madama per andare in Corteo sotto al Quirinale per chiedere di essere ricevuti dal Capo dello Stato Giorgio Napolitano e protestare sulla "tagliola" decisa dalla maggioranza in merito al dibattito sulle riforme.

 

 

I deputati del M5S abbandonano l'Aula della Camera dove è in corso l'esame del bilancio interno di Montecitorio per protestare contro la ghigliottina al Senato sulle riforme istituzionali. "Stanno stracciando la Costituzione andiamo tutti insieme al Quirinale a protestare", ha urlato tra gli applausi dei colleghi di gruppo Paola Carinelli, capogruppo del M5S alla Camera. Poi, in massa, tutti i deputati sono usciti dal palazzo di Montecitorio e si sono avviati al Senato da dove, assieme ai colleghi di Palazzo Madama si dirigeranno verso il Colle.

"Entro l'otto agosto si vota con il contingentamento". Lo afferma il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri al termine della capigruppo a Palazzo Madama sul ddl costituzionale sulle riforme.

Sacconi del NCd, troppi emendameti, oltre settemila, per lui è ostruzionismo, ritirarli oppure si procede con tagliola. Zanda accusa sel di aver depositato troppi emendamenti, 6000, aver "impedito il confronto" e "costretto" a prevedere il contingentamento dei tempi sulle riforme. Quello della maggioranza "è un aut aut. Stanno calpestando la democrazia. Sacconi parla di scadenze ma scadenze non ce ne sono. Vogliono semplicemente portare a casa una riforma che non ha senso". Lo afferma il senatore del M5S Bruno Marton. Quanto alla riunione delle opposizioni, "decisioni ce ne sono ben poche. Vogliono che si ritirino tutti gli emendamenti - sottolinea - Possiamo andarcene a casa perché loro hanno deciso. Non c'è alcuna apertura"

"Il governo è disponibile ad approfondire nel merito alcuni punti, ma non soggiacendo al ricatto di 7.800 emendamenti. Se ci sarà un sostanzioso taglio, noi siamo disponibili". Lo ha detto il ministro Maria Elena Boschi. "Il governo è sempre disponibile a migliorare il testo, ma non a stravolgerlo", aveva detto poco prima il ministro bocciando l'ipotesi di un rinvio a settembre della approvazione da parte del Senato: "Andiamo avanti. Non è serio fare ostruzionismo in questo modo, ne va della dignità anche di questa istituzione".

"L'ultima parola sulle riforme sarà dei cittadini: referendum comunque! #noalibi". Così il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi, su twitter, conferma il referendum sulle riforme. La dichiarazione è stata ritwittata dal premier Renzi.

Il presidente del Senato Pietro Grasso ha annunciato nell'aula del Senato la decisione della conferenza dei capigruppo di contingentamento dei tempi sulle riforme costituzionali. Grasso ha detto che i tempi complessivi ammonteranno a 115 ore. Di questi 8 saranno riservati per la presidenza e i relatori, 80 per le votazioni e 20 ripartiti tra i gruppo. Al Pd spetteranno 4 ore e 24 minuti, a Fi 2 ore e 50, a M5s 2 ore e 15, a Ncd 2 ore, al Gruppo Misto (a cui appartengono Sel e gli ex M5s) 1 ora e 45, a Scelta civica e a Pi 1 ora e 13. Inoltre 5 ore complessive saranno riservati a quanti parlano in dissenso dal proprio gruppo, anche in questo caso ripartiti in base alla consistenza dei gruppi: 1 ora al Pd, 40 minuti a Fi, 34 minuti a M5s, 30 minuti a Ncd, 26 al Gruppo Misto.

 

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