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Jobs act da oggi in vigore

Politica

La Gazzetta Ufficiale odierna pubblica i decreti legislativi sul jobs act, che entrano in vigore oggi.

 


Chi verra' assunto a tempo indeterminato in un'azienda con piu' di 16 lavoratori non avra' piu' le garanzie finora previste dall'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. I decreti pubblicati sono due: disposizioni in materia di contratto di lavoro a tempo indeterminato a tutele crescenti e disposizioni per il riordino della normativa in materia di ammortizzatori sociali in caso di disoccupazione involontaria.
Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, si e' detto "convintissimo della bonta' delle scelte fatte" sul Jobs Act.
A proposito delle stime di un aumento degli occupati nel 2015 tra le 100 mila e le 150 mila unita' grazie alla nuova legge, Poletti le ha "confermate", alla luce delle previsioni dei "principali centri studi". "Spero di fare meglio ma sarebbe un buon risultato", ha affermato Poletti, aggiungendo che "l'idea secondo la quale si licenzia e poi si riassume non e' compatible con la legge". "Accetto la sfida, ci vediamo tra 12 mesi di fronte ai risultati", ha concluso il ministro, "dare per scontato un esito negativo e' una cosa sbagliata in se'".
La norma sui licenziamenti disciplinari "non e' perfetta" ammette il ministro del Lavoro sulla possibilita' che, scattando il licenziamento disciplinare se il fatto sussiste, un dipendente possa perdere il posto di lavoro per un'infrazione lieve. "Sappiamo che la norma non e' perfetta, c'e' un limite su quel versante", afferma il ministro che pero' rivendica il superamento delle ambiguita' giuridiche della normativa precedente (citando i "meccanismi di verifica della gravita' del fatto"), che il governo "ha cercato di risolvere con un punto chiaro".
Poletti ha aggiunto di prevedere che i "primi effetti" positivi dello Jobs Act sul mercato del lavoro si vedranno "tra aprile e giugno" con il primo contratto a tutele crescenti che potra' essere firmato "gia' domenica". "Sarebbe cosa sbagliata e grave" se le banche facessero pagare un'assicurazione contro il rischio licenziamento a un assunto con il contratto a tutele crescenti che chieda un finanziamento, ha dichiarato Poletti, affermando di confidare nella capacita' degli istituti di credito di "stare al passo e fare il loro mestiere, che e' quello di prestare soldi e sono sicuro che lo faranno nel modo giusto". (AGI) .

 

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