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Sabato, 06 Marzo 2021 18:39

Pescara. Ru486: parte oggi la campagna ’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti'

Visciano del UAAR: "Con questa campagna vogliamo dire basta ai paternalismi e basta alle stigmatizzazioni"

È partita oggi, a Pescara, con un camion vela che toccherà diversi punti strategici della città, la nuova campagna dell’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti (Uaar) incentrata sull’aborto e in particolare sulla Ru486 e che vede come testimonial Alice Merlo, una giovane donna che nei mesi scorsi ha raccontato la propria esperienza in un post su Facebook denunciando che i "maggiori problemi legati all'ivg sono le dinamiche colpevolizzanti, la riprovazione sociale per aver fatto quella scelta, l'imposizione del senso di colpa e del dolore".

Dichiara la testimonial in un comunicato, "Ho scelto di interrompere volontariamente una gravidanza con la terapia farmacologica. L’ho potuto fare in tutta sicurezza. La Ru486 evita il ricovero ospedaliero e l’intervento chirurgico: una scoperta scientifica meravigliosa per la salute delle donne".

"I concetti-chiave attorno a cui ruota la nostra nuova campagna sono autodeterminazione, libertà e scienza", spiega Cinzia Visciano, responsabile nazionale dei circoli territoriali. "Per questo abbiamo chiesto ad Alice di esserne il volto: perché il suo sguardo e le parole da lei scelte per raccontare la propria esperienza di aborto medico testimoniano proprio tutto ciò: la capacità di ogni donna di scegliere per se stessa, l’irrinunciabilità di decidere del proprio corpo e della propria vita, l’importanza della ricerca scientifica in materia di salute sessuale e riproduttiva".

Il lancio di oggi è una delle tappe di questa campagna, che vedrà manifesti informativi e di sensibilizzazione ben presto anche a L'Aquila e Teramo.

"Con questa campagna vogliamo dire basta ai paternalismi e basta alle stigmatizzazioni", spiega ancora Visciano. "Ma è anche occasione per ribadire alcuni degli obiettivi della nostra associazione in materia, come l’abolizione dell’obiezione di coscienza nei reparti di ginecologia degli ospedali pubblici (che devono garantire premura e tempestività nei confronti di chi chiede di abortire e che dovrebbero inibire l’accesso agli attivisti ideologicamente orientati) e l’imposizione di sanzioni ai farmacisti che “obiettano”. Speriamo inoltre che sia un modo per decostruire il mito dell’aborto come scelta per forza drammatica e sofferta. E per ribadire l’importanza di una legge (la 194 del 1978) senza la quale ripiomberemmo nel dramma – quello sì, sempre tale – dell’aborto clandestino".

 

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