In base a quanto si apprende l'iniziativa è legata ad una serie di istanze presentate in passato da Pietro Orlandi, fratello di Emanuela. La magistratura vaticana in primo luogo analizzerà gli atti e i documenti relativi alle vecchie indagini.
Il procedimento della Procura di Roma sulle sparizioni della Orlandi e di Mirella Gregori, quest'ultima avvenuta il 7 maggio sempre del 1983, venne archiviato nell'ottobre del 2015 su richieste dall'allora procuratore capo Giuseppe Pignatone, e ora presidente del Tribunale vaticano, e dai sostituti Ilaria Calò e Simona Maisto.
"Noi ne siamo all'oscuro, lo apprendiamo dagli organi di stampa ma certo è da un anno che attendevamo di essere ascoltati", dice la legale della famiglia Orlandi, Laura Sgrò, commentando la notizia della riapertura delle indagini vaticane. Il Promotore di Giustizia vaticano "ha aperto un fascicolo" sul caso di Emanuela Orlandi "anche sulla base delle richieste fatte dalla famiglia in varie sedi", confermano all'ANSA fonti della sala stampa vaticana.
"Da tantissimi anni chiediamo una collaborazione per arrivare a una soluzione finale. Che vengono aperte le indagini è una cosa molto positiva, finalmente forse ci potrà essere una collaborazione tra lo stato italiano e lo stato vaticano visto che, poco tempo fa, è stata fatta una proposta per aprire un'inchiesta parlamentare". A dirlo è Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, a Rainews24. "Mi auguro di essere convocato e di poter verbalizzare. E' una cosa che chiedo da tantissimo tempo con l'avvocato Laura Sgrò", spiega Orlandi che racconta, inoltre, di non aver parlato con nessuno del Vaticano e di aver appreso la notizia dalle agenzie. "Voglio andarci con i piedi di piombo - dice -. Sono disponibile e spero di essere ascoltato quanto prima perché nel tempo avrei voluto parlare con loro per i tanti elementi emersi in questi ultimi anni, trovati con l'avvocato Sgrò". Orlandi aggiunge che "ci sono cose importanti come i messaggi whatsapp del 2014 che mi sono arrivati tra due persone molto vicine a papa Francesco che parlano di documenti di Emanuela, di cose di Emanuela", spiega. Il fratello della ragazza si augura "si possa arrivare a una soluzione. La verità c'è, sta da qualche parte sta e molte persone la conoscono". Secondo Orlandi, grazie al documentario di Netflix "Vatican girl" "ora anche al di fuori dell'Italia sanno quello che è successo in questi 40 anni - sottolinea -. Forse ci si è resi conto che è una storia che nessuno riuscirà mai a nascondere fino alla fine. Prima o poi si dovrà per forza di cose arrivare a una soluzione. Ne sono convinto". "In Vaticano ci sono persone a conoscenza di tutto", dice Orlandi nell'intervista a RaiNews24. E conclude sottolineando che "ci sono situazioni mai volutamente approfondite. Forse per la prima volta il Vaticano ha deciso di mettere un punto chiave, di arrivare a una soluzione".
L’obiettivo degli inquirenti è quello di scandagliare di nuovo tutti i fascicoli, i documenti, le segnalazioni, le informative, le testimonianze. Un lavoro a 360 gradi per non lasciare nulla di intentato, per provare a chiarire ombre e interrogativi di ogni genere, e mettere definitivamente la parola fine anche alle più incredibili illazioni. Si legge su Adnkronos. Stando al piano di lavoro messo a punto all’ufficio del promotore di giustizia si ripartirà dai dati processualmente acquisiti, si seguiranno nuove piste e vecchie indicazioni all’epoca non troppo approfondite: insomma, il lavoro ripartirà dall’esame di ogni singolo dettaglio a partire da quel pomeriggio del 22 giugno 1983 allorquando una ragazza di 15 anni, Emanuela Orlandi, figlia di un dipendente vaticano, scompare nel nulla. Si era richiusa alle spalle la porta della sua abitazione alle 16 di quel giorno di inizio estate per andare a lezione di musica in piazza Sant'Apollinare. Nei pressi dell'omonima basilica dove molti anni più tardi si scoprì che vi era seppellito uno dei capi della banda della Magliana, 'Renatino' Enrico De Pedis, secondo diversi testimoni esecutore materiale del sequestro "per conto di alti prelati".
L’iniziativa della magistratura vaticana si muove – apprende sempre l’Adnkronos – nel solco della ricerca della verità e della trasparenza a tutti costi voluta da Papa Francesco, e per quanto riguarda l’affaire Orlandi si inserisce sulla scia dell’attenzione mostrata al caso da altri pontefici, a partire da Giovanni Paolo II (fu il primo, nel suo appello durante l'Angelus, a ufficializzare l'ipotesi del sequestro). Le nuove indagini su Emanuela potrebbero arrivare a uno squarcio di luce anche sulla vicenda della coetanea Mirella Gregori, scomparsa pure lei quell’anno. Ovviamente la decisione della magistratura pontificia va ad inserirsi e supportare la disperata ricerca di verità reclamata dalla famiglia della 15enne mai arresa alla coltre di mistero e omertà. Nuove rivelazioni, docufiction di successo, piste inedite. Mai come in questi ultimi tempi si sono riaccesi i fari sulla storia della scomparsa della giovanissima Emanuela, fari che si erano spenti nell'ottobre del 2015 allorché il Gip, su richiesta della Procura e per mancanza di prove consistenti, archiviò l'inchiesta sulle sparizioni di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, avviata nel 2006 successivamente alle dichiarazioni di Sabrina Minardi e che vedeva sei indagati per concorso in omicidio e sequestro di persona tra gli altri anche monsignor Pietro Vergari, ex rettore della basilica di Sant’Apollinare dove fino al 2012 era stato sepolto De Pedis. Tre anni più tardi l'ultimo soffio di speranza per i familiari di entrambe le ragazze scomparse nel nulla. Il Vaticano, coerentemente alle indicazioni di trasparenza del Santo Padre, diede il via libera all’analisi del dna su alcune ossa ritrovate durante dei lavori di restauro nella sede della Nunziatura Vaticana di via Po, a Roma. Le indagini, affidate dalla Santa Sede all'Italia, e in particolare alla procura di Roma e alla Polizia scientifica, erano finalizzate a comparare quelle ossa con il codice genetico di Emanuela Orlandi. Nulla di fatto anche lì. Oggi si ricomincia da capo, per l’ennesima (e ultima) volta.