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Venerdì, 24 Marzo 2023 11:37

Fosse Ardeatine/79esimo anniversario dell'eccidio, Mattarella a Mausoleo.

Scritto da A.C.

Meloni: 'Memoria sia dovere civico quotidiano' -  Il ricordo della triste e amare vicenda - Chi erano i Bozen? 

Arrivato al Mausoleo delle Fosse Ardeatine, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, seguito dal ministro della Difesa Guido Crosetto, ha reso omaggio alle vittime nel giorno del 79esimo anniversario dell'eccidio.

È così iniziata la cerimonia, alla presenza del Capo dello Stato. Sul palco, tra gli altri, il presidente del Senato Ignazio La Russa, il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, la vice presidente della Regione Lazio, Roberta Angelilli.

Meloni: 'Memoria sia dovere civico quotidiano'

"Oggi l'Italia onora le vittime dell'eccidio delle Fosse Ardeatine. Settantanove anni fa 335 italiani sono stati barbaramente trucidati dalle truppe di occupazione naziste come rappresaglia dell'attacco partigiano di via Rasella - ha scritto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in un messaggio nell'anniversario dell'eccidio delle Fosse Ardeatine -. Una strage che ha segnato una delle ferite più profonde e dolorose inferte alla nostra comunità nazionale: 335 italiani innocenti massacrati solo perché italiani. Spetta a tutti noi - Istituzioni, società civile, scuola e mondo dell'informazione - ricordare quei martiri e raccontare in particolare alle giovani generazioni cosa è successo in quel terribile 24 marzo 1944. La memoria non sia mai un puro esercizio di stile ma un dovere civico da esercitare ogni giorno".

Le fosse Ardeatine

Un drammatico episodio della resistenza di Roma all’occupazione tedesca durante la Seconda guerra mondiale.

Il comando tedesco ordinò la fucilazione di 10 italiani per ogni tedesco ucciso per rappresaglia contro un attentato partigiano subito in via Rasella compiuto il 23 marzo da membri dei GAP romani, in cui rimasero  uccisi 33 soldati del reggimento "Bozen" appartenente alla Ordnungspolizei, la polizia tedesca. L'eccidio non fu preceduto da alcun preavviso da parte tedesca.

Il 24 marzo 1944 i tedeschi, guidati da H. Kappler, ufficiale delle SS, comandante della polizia tedesca a Roma, trasportarono alle F.a. – una cava di tufo situata tra le catacombe di Domitilla e di s. Callisto sulla via Ardeatina – 335 fra detenuti politici (civili e militari), ebrei o semplici sospetti (scelti assieme al questore fascista P. Caruso) e li trucidarono, come si legge sulla Treccani.

Il massacro avvenne a 23 ore dall’attentato e fu reso noto solo a esecuzione avvenuta. Qualche giorno dopo il massacro, che riguardò un numero di vittime maggiore rispetto a quello che l’ordine originario aveva prescritto, fecero saltare con la dinamite le volte della galleria per ostruire l’accesso alla cava. Nel 1947 Kappler, che era stato arrestato dagli inglesi, fu processato e condannato all’ergastolo da un tribunale militare italiano. Rinchiuso nel carcere di Gaeta, nel 1976 fu trasferito all’ospedale militare del Celio per motivi di salute. Da qui però evase, con l’aiuto della moglie, il 15 ag. 1977, provocando un enorme scandalo e le dimissioni dell’allora ministro della Difesa V. Lattanzio. E. Priebke, aiutante di Kappler, fu arrestato in Argentina ed estradato in Italia solo nel 1995. Fu processato per l’eccidio nel 1996, ma il tribunale militare giudicò il reato estinto, suscitando le proteste dei familiari delle vittime e sdegno nell’opinione pubblica. Condannato all’ergastolo dalla Corte d’appello (1998), lo scontava agli arresti domiciliari. Dal 1949 un sacrario costruito sul luogo dell’eccidio, meta di continui pellegrinaggi, ne custodisce la memoria.

Chi erano i soldati Bozen?

Il Polizeiregiment "Bozen" (Reggimento di polizia "Bolzano"), già Polizeiregiment "Südtirol" (dal 1º al 29 ottobre 1943) e in seguito SS-Polizeiregiment "Bozen" (dal 16 aprile 1944), era un reparto militare della Ordnungspolizei (polizia d'ordine) creato in Alto Adige nell'autunno 1943, durante l'occupazione tedesca della regione nel contesto della Operationszone Alpenvorland. La truppa era formata da coscritti altoatesini mentre gli ufficiali e i sottufficiali provenivano dalla Germania.

Composto da tre battaglioni, è noto principalmente in quanto il terzo fu impiegato con compiti di guardia e sorveglianza nella Roma occupata, dove il 23 marzo 1944 l'undicesima Compagnia fu colpita dall'attentato di via Rasella compiuto da partigiani gappisti, riportando trentatré caduti e cinquantacinque feriti. Per rappresaglia, il giorno seguente i tedeschi perpetrarono l'eccidio delle Fosse Ardeatine, alla cui esecuzione i sopravvissuti della compagnia attaccata non parteciparono, nonostante in base alla consuetudine militare germanica spettasse a loro "vendicare" i commilitoni caduti.

Le caratteristiche del "Bozen" rappresentano uno dei vari aspetti controversi dell'attentato di via Rasella: per questo motivo, nell'ambito delle pluridecennali polemiche sull'argomento, sono state tratteggiate descrizioni del reggimento tra loro notevolmente difformi, in cui la capacità offensiva e il grado di adesione al nazismo dei suoi uomini sono enfatizzati o al contrario minimizzati, rispettivamente per affermare o negare la legittimità morale e l'efficacia militare dell'azione partigiana.

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