Sarebbe stata un'educatrice dell'asilo nido comunale, Clair Frost, 35 anni, ad aver effettuato in gennaio la falsa segnalazione telefonica al 999, numero emergenze scozzese, una burla che ha scatenato una vasta ricerca ma lei nega di aver lanciato il falso allarme, a tradirla sarebbero state la sua voce acuta e la pronuncia errata della parola Lago. Ora la donna rischia il carcere.
I fatti
Nella telefonata del 17 gennaio 2024 ai vigili del fuoco e soccorritori scozzesi si denunciava che un kayak si era ribaltato nel Loch Tay: la voce dichiarava di vedere capovolta nel lago l'imbarcazione, in condizioni gelide, aggiungendo che non riusciva a scorgere se ci fossero persone in acqua, "Non riesco a vedere abbastanza lontano". Alla fine la segnalazione si rivelò falsa, dopo aver scatenato il putiferio per le ricerche.
Sulla scena sono stati inviati agenti di polizia provenienti da Stirling, percorrendo strade innevate, a volte ricoperte di fanghiglia, insieme a un'autopompa, un'ambulanza e un paramedico.
Un elicottero e la polizia controllavano le piazzole di sosta vicino al lago, B&B e i campeggi della zona. È stato allestito un punto di incontro congiunto per i servizi di emergenza nel Killin Hotel, che forniva anche bevande calde.
Insomma molti soldi pubblici spesi, ma davanti ad un pericolo non si badò a spese. Se gli inquirenti non avessero sospettato della bufala i vigili del fuoco scozzesi avrebbero organizzato una spedizione in acqua con una barca per ispezionare il "vasto" e parzialmente ghiacciato lago, un'operazione che, secondo la corte, avrebbe comportato dei rischi. La ricerca fu sospesa dopo sei ore.
Le indagini
La telefonata sarebbe partita dall'asilo dove lavora l'autrice della chiamata. Clair Frost ha negato di esser stata lei chiamare da un telefono fisso della Killin Nursery School, nel Perthshire. Inizialmente la polizia ha pensato che un bambino della struttura, che accoglie bambini da 0 a 5 anni, potesse essere il responsabile.
Gli inquirenti sostengono sia invece lei, tradita dal tono "caratteristico, acuto e infantile", lo stesso della persona che ha dato l'allarme. A corroborare questa tesi sono due colleghi e un agente di polizia che la conoscono da anni.
I testimoni, considerati attendibili dallo sceriffo, che hanno ascoltato la registrazione della chiamata di emergenza, hanno sottolineato che la voce al telefono ha tradotto la parola scozzese loch con "lock" (blocco), proprio come Frost era solita pronunciarla male.
La chiamata è stata ricondotta a un telefono fisso in una stanza per il cambio dei pannolini nell'asilo nido. Altra prova sarebbe il registro del cambio dei pannolini che ha confermato Frost nella stanza interessata al momento della chiamata e, dopo che altri due membri del personale dell'asilo hanno riconosciuto la sua voce, è stata così arrestata.
Ignoto il movente
Il marito di Frost è un pompiere in servizio, chiamato per partecipare alle ricerche, la polizia ha sospettato che il movente fosse legato all'intervento per guadagnare più soldi, lui ha detto che non ci sarebbero difficoltà finanziaria e ha negato di aver tratto vantaggio economico dalla falsa chiamata.
Dopo aver ascoltato la registrazione, la sospettata ha ammesso, con le lacrime agli occhi: "Sembro io, non posso dire il contrario. Ma non sono io". Frost è del posto non ha fornito prove a suo discarico. Dopo un'interrogatorio su sospettata e testimoni di due ore e un quarto, lo sceriffo l'ha dichiarata colpevole. Lo sceriffo McLachlan le ha detto: "Due testimoni civili e un agente di polizia che ti conoscono da anni ti hanno identificato inequivocabilmente come la persona che ha chiamato. Questa prova è supportata da prove indiziarie che ti collocano nella stanza del cambio pannolini al momento rilevante".
Rinviando la sentenza al 2 ottobre per i resoconti, lo sceriffo ha affermato: "Nonostante si tratti del primo reato, è molto grave. L'operazione di salvataggio avviata come conseguenza diretta di questa falsa chiamata è stata un enorme spreco di manodopera e risorse e ha potenzialmente messo a rischio la popolazione. È giusto avvertirvi che per queste ragioni non posso escludere la possibilità di una pena detentiva".
Resta un mistero il movente della chiamata.
L'agente investigativo Gavin Dingwall, che ha diretto l'interrogatorio di Frost da parte della polizia, ha dichiarato di essere "perplesso" sul motivo per cui Frost avesse commesso il reato.