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Giovedì, 29 Agosto 2024 18:49

Telegram/Durov rilasciato su cauzione di 5 milioni di euro, gli è vietato lasciare la Francia

 arrestato per contenuti illegali sull'APP Telegram da lui fondata, libertà condizionale dopo 4 giorni in stato di detenzione.

Il capo di Telegram , Pavel Durov, è ritornato in libertà dopo 4 giorni di detenzione, su cauzione di 5 milioni di euro oggi, giovedì, con il divieto di lasciare la Francia. Gli è stata concessa la libertà condizionale purchè si presenti due volte a settimana in una stazione di polizia e dovrà affrontare un possibile processo per i contenuti illegali pubblicati sulla sua app di messaggistica.

Durov, 39 anni, è stato accusato di diversi capi d'imputazione per non aver contrastato i contenuti estremisti e illegali sull'app di messaggistica. Dovrà rispondere di 12 capi di imputazione, si legge su Euronews, per la mancata collaborazione nelle inchieste su Telegram per traffico di droga e diffusione di immagini pedopornografiche. Al momento l'imprenditore di origine russa è indagato anche per gravi violenze contro il figlio.

Il sostegno di Musk

Tra coloro che hanno espresso sostegno a Durov c'è anche il magnate della tecnologia e amministratore delegato di X, Elon Musk , che ha pubblicato commenti con l'hashtag #FreePavel. Dopo le accuse, Musk ha pubblicato su X un meme di una telecamera di sorveglianza installata su edifici su cui è inciso il motto della Francia: "Libertà, uguaglianza, fraternità".

L'uomo dai quattro passaporti: la rete internazionale di Durov

Chi è Durov? Nato nel 1984 sotto l'URSS in una famiglia di accademici a Leningrado, oggi San Pietroburgo, Durov ha trascorso la sua infanzia in Italia prima che la sua famiglia tornasse in Russia dopo la caduta dell'Unione Sovietica.

Ha smesso di vivere in Russia un decennio fa, quando ha fondato l'app di messaggistica Telegram e ha ottenuto la cittadinanza dell'arcipelago caraibico di Saint Kitts e Nevis mentre. Dopo aver stabilito la sede della sua azienda a Dubai, nel 2021 gli è stata concessa la cittadinanza emiratina e nello stesso anno, tramite una procedura speciale che resta avvolta nel segreto, anche quella francese. Si legge su France24.

 

 

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