Oggi il videogioco anni '80 è considerato superato dai millenials ma rimane un classico. Masaya Nakamura, 91 anni, era il fondatore della compagnia giapponese Namco, che nel 1980 lanciò Pac-Man, ideato dall'autore di videogiochi Tohru Iwatani, che diede vita alla piccola sfera gialla mangiatrice di puntini e di frutta in fuga dai fantasmi. Nakamura stesso scelse la parola 'Pac' per rappresentare lo 'sgranocchiare' di Pac-Man della sue prede. La sfera gialla uscì sul mercato in un momento in cui c'erano pochi videogiochi concorrenti, a partire da Space Invaders, ma si stima che sia stato giocato più di dieci miliardi di volte, diventando un'icona della cultura popolare.
Pac-Man, la voracissima sfera gialla icona dei videogiochi Arcade, nel maggio 2015 ha festeggiato i 35 anni. Un compleanno che Sony Pictures ha celebrato con eventi in tutto il mondo, da Tokyo a Chicago, da New York a Parigi.
L'idea sarebbe venuta a Tohru Iwatani durante una cena con degli amici guardando una pizza a cui era stata tolta una fetta.
Dopo quattordici mesi da quella cena, precisamente il 22 maggio del 1980, grazie a un team di sviluppo di otto tecnici, divisi equamente fra software e hardware e capeggiati da Shigeo Funaki, comprendente anche il musicista Toshio Kai, vide la luce il primo Pac-Man.
Il gioco fu commercializzato in Giappone a partire dal 10 maggio con il nome di Puckman, termine che deriva dalla parola giapponese che indica "chiudere e aprire la bocca". Il nome fu poi cambiato in Pac-Man per la sua commercializzazione negli Stati Uniti, iniziata nell'agosto dello stesso anno, a causa di una spiacevole assonanza con una parolaccia inglese: si temeva che "Puckman" potesse essere storpiato in un osceno "Fuckman".
Nel novembre dello stesso anno Pac-Man viene presentato all'Amusement and Music Operators Association (AMOA) di Chicago dove venne definito “troppo carino per avere successo”. Le previsoni dell'AMOA furono presto smentite, perché invece il successo del "mangia-palline" fu strepitoso: la Namco piazzò, in soli sette anni (dal 1980 al 1987), più di 300 000 macchine e vendette milioni di gadget e pupazzi vari.