Per l'Abruzzo affacciato sul mondo...


 
Mercoledì, 09 Maggio 2018 19:36

Valentina Di Felice, la sua Montesilvano: stop alla spending review e un teatro.

Scritto da di Angela Curatolo
Valentina Di Felice consigliere comunale e presidente commissione bilancio Valentina Di Felice consigliere comunale e presidente commissione bilancio foto di Angela Curatolo

di Angela Curatolo

Presidente della commissione bilancio e consigliera comunale Udc, tra lavoro e impegno politico alla scoperta di una donna montesilvanese dei nostri giorni.

 

Ama viaggiare, leggere, i cantautori italiani e lo sport, anche se ammette“ sono pigrissima”. E' una tifosa del Pescara calcio, “ho l'abbonamento” e ha ereditato dal papà la passione per il ciclismo.

Una giovane donna montesilvanese dei nostri giorni, impegnata attivamente nella politica, da oltre 10 anni consulente del lavoro nello studio commercialistico di famiglia, nel cuore della città, in una squadra con molte professioniste. Valentina Di Felice ha un grande amore, anch'esso ereditato dal babbo: Montesilvano, a cui ha sempre dedicato sogni e tempo. Sin da bambina seguiva il padre nelle campagne politiche, “non ricordo quando iniziato, l'ho sempre fatto con piacere”, ricorda sorridendo, “andavamo in macchina e poi consegnavamo i volantini, parlavamo con le persone, è stato sempre molto bello”.

Figlia del più noto Emidio Di Felice, già assessore alle finanze della giunta Cordoma, ha deciso di candidarsi solo quando seppe che il padre aveva intenzione di lasciare la politica, “non lo avrei mai fatto se papà avesse proseguito”. Oggi, consigliera comunale di maggioranza UDC e presidente della Commissione bilancio, immagina una Montesilvano 'figlia' di una programmazione ponderata, possibile capace di restituirle il posto e il lustro che merita.

Valentina durante l'amministrazione Maragno ha dato prova di ragionare con la propria testa e non di essere un 'avatar'. Sin dal primo momento in consiglio comunale ha mostrato di avere la stoffa del politico e la capacità di ribellarsi, sempre nel rispetto del consesso di appartenenza, alle decisioni di maggioranza non condivise. Il suo primo 'no', a pochi giorni dall'esordio in consiglio comunale, fu sulla gestione privata della farmacia. “Non votai la delibera, non ero d'accordo”.

Un'altra battaglia importate è quella sulla chiesa di Villa Carmine, dopo aver ascoltato le ragioni dei residenti, ricordò che sul terreno di via Giovi, dove già era stata messa la prima pietra, la nuova chiesa era attesa da anni. Non convinta dai tecnicismi urbanistici, a prescindere dall'aiuto finanziario della Curia, afferma: “Per me la Chiesa nuova deve essere costruita accanto a quella antica, nel borgo e non in periferia. Votai contro la prima delibera, sullo spostamento del diritto di superficie di Via Verdi e comunque contro la delibera successiva poi ritirata che consentiva ulteriori diritti su quel terreno”.

Combattiva ma rispettosa delle Istituzioni, ha avuto dubbi sin dal primo momento sulla grande Pescara: su come fu condotta la campagna referendaria, sul destino economico della città di Montesilvano, il rischio di diventare ghetto.

Una donna montesilvanese che fa la sua parte, per lei la politica è una cosa molto seria, si decide sul futuro della città e i sui abitanti. Scevra da protagonismi, riluttante alla corsa della poltrona, precisa: “Io ho messo in conto che per questa consiliatura sono qui per imparare e essere a servizio della città”. Di Felice, intanto, potrebbe essere il prossimo assessore in quota rosa. E sarebbe un bene per la città perchè oltre ad aver maturato le capacità e esperienza dai banchi del consiglio comunale ha delle idee interessanti per la città che potrebbero ribaltare la situazione. “Stop alla spending review”, dice, “bisogna focalizzare l'attenzione sulle entrate che sono le imposte, riducendo l'Imu”, che è pari a 9mln all'anno.

A questa amministrazione, se da una parte riconosce alcune decisioni coraggiose come il passaggio da Tradeco a Formula ambiente e lo sgombero di via Ariosto, dall'altro canto continua a pensare che alcuni provvedimenti che andavano fatti, avrebbero richiesto un modo più soft, razionale, come il recupero dell'imposta Imu dei 5 anni precedenti sui terreni edificabili. E anticipa “Quest'anno la rivedremo“.

Nella visione della Montesilvano di Di Felice, la città manca di un punto di aggregazione, il sogno di un Teatro ma quello che auspica è soprattutto costante programmazione per lo sviluppo non solo del commercio e del turismo anche della connotazione urbana che si intende conferire.

 

Ultima modifica il Mercoledì, 09 Maggio 2018 19:50

chiacchiere da ape