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Mercoledì, 09 Dicembre 2020 16:20

Chieti/Piazza San Giustino, affiora la testa di Venere sotto la Cattedrale

Indagini archeologiche preventive, sulle stratificazioni urbane nel sottosuolo di Piazza San Giustino, durante i lavori di riqualificazioni apparse nuove scoperte.

Archeologia preventiva della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio delle province di Chieti e Pescara, per il progetto di riqualificazione architettonica di piazza San Giustino, “Riqualific@Teate”. Le indagini, finanziate in base al DPCM 25.05.2016, sono state avviate in ottobre e l'intervento è servito a verificare la possibilità di costruire i tunnel per i sottoservizi e le altre strutture previste nel progetto e per la migliore conduzione dei lavori nell’ambito della tutela delle eventuali preesistenze di riconosciuto interesse culturale che dovessero essere conservate nel sottosuolo.

Sono stati individuati, nel primo lotto, metà piazza, resti di età romana repubblicana e imperiale, strutture monumentali, si legge nella relazione, potrebbero trovarsi a quote più profonde rispetto ai piani attualmente evidenziati, tanto che per raggiungerli correttamente occorrerebbero mesi di scavo e sarebbe necessario smontare i muri e le strutture di epoca moderna e medievale.

Le murature esistenti nel sottosuolo appartengono a varie fasi della città: poderose mura in opera laterizia di epoca post classica poste di fronte all’attuale Palazzo di Giustizia, murature di epoca altomedievale e medievale spesso realizzate con elementi di spoglio di epoca romana (frammenti di colonne e semicolonne scanalate, cubilia, soglie e mattoni) ed elevati costruiti in materiali deperibili (argilla concotta con impronte di incannucciata) riferibili, nella zona orientale dell’area finora indagata, ad un uso abitativo o produttivo.

Nell’area più vicina alla cattedrale, le murature sembrano essere pertinenti ad una cisterna o a un grande ambiente interrato che conserva un lacerto pavimentale realizzato in piccoli mattoni posti a spina di pesce; nei pressi, in una intercapedine riempita con materiale di spoglio anche di età romana, è stata recuperata la straordinaria, finissima testina femminile in marmo raffigurante Venere, con capelli ondulati e trattenuti da una tenia (fascia) sul capo in modo simile all’acconciatura dell’#Afrodite accovacciata di #Doidalsas (un originale greco in bronzo di metà III secolo a.C.).

Si legge sul social della Soprintendenza Chieti e Pescara.

La piccola scultura rientra nella tradizione delle riproduzioni in scala minore di sculture ellenistiche, ripresa anche in epoca giulio-claudia, quando #Teate vive la sua massima floridezza.

Al Museo Barbella oggi la conferenza stampa congiunta Comune-Soprintendenza Archeologia belle arti e Paesaggio, per fare il punto sui lavori e sui ritrovamenti archeologici emersi dagli interventi di riqualificazione di piazza San Giustino. Hanno partecipato il sindaco Diego Ferrara, Rosaria Mencarelli, Soprintendente archeologia belle arti e Paesaggio per le province di Chieti e Pescara; per il Comune, il dirigente del settore Lavori Pubblici, Paolo Intorbida; per la Soprintendenza, Rosanna Tuteri, funzionaria archeologa e Aldo Giorgio Pezzi, funzionario architetto. Erano presenti anche le collaboratrici archeologhe che hanno seguito le ricerche, Paola Riccitelli e Maria Di Iorio. 

Ultima modifica il Mercoledì, 09 Dicembre 2020 17:05
 

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