La Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne è una ricorrenza istituita dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite, tramite la risoluzione numero 54/134 del 17 dicembre 1999. La commemorazione della Giornata internazionale della donna oggi è un giorno festivo in alcuni Paesi in cui si celebra la femminilità e si ricordano i diritti violati, in altri invece è ignorata, in altri ancora, è addirittura un giorno di protesta.
Il giorno è una festa ufficiale in Afghanistan, Angola, Armenia, Azerbaigian, Bielorussia, [61] Burkina Faso, Cambogia, Cina, Cuba, Georgia, Germania, Guinea-Bissau, Eritrea, Kazakistan, Kirghizistan, Laos, Madagascar, Moldova, Mongolia, Nepal, Russia, Tagikistan, Turkmenistan, Uganda, Ucraina, Uzbekistan, Vietnam, e Zambia.
In alcuni paesi, come l'Australia, Camerun, Croazia, [80] Romania, Bosnia ed Erzegovina, Bulgaria e Cile, il giorno non è un giorno festivo , ma è comunque ampiamente osservato.
In un'indagine dell'Oms del 2013, vennero messe a fuoco due distinte forme di violenza contro le donne - quella compiuta da un partner e quella compiuta da un diverso soggetto (amici, conoscenti, estranei, altri membri della famiglia), per constatarne gli effetti sulla salute psico-fisica. Il risultato fu che nel mondo mediamente il 35,6% delle donne aveva subito violenza fisica e/o sessuale da parte del proprio partner, o violenza sessuale da parte di un non partner. Il 38% degli omicidi a danno di donne erano stati compiuti da loro partner. L'inchiesta stabilì che le donne vittima di violenza, rispetto alle altre donne, hanno il doppio di probabilità di soffrire di depressione, più del doppio di avere problemi mentali o di soffrire di alcolismo; sono più soggette a malattie virali e maggiormente esposte a tentativi di suicidio.
Uno studio globale sugli omicidi di donne correlati al genere pubblicato nel 2019 dall'Ufficio delle Nazioni Unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine ha rilevato che nel 2017 sono morte nel mondo ogni giorno 137 donne per mano del partner o di un familiare: circa 50.000 (58%), ossia circa 6 donne su dieci, su un totale di 87.000 uccise intenzionalmente, percentuale in crescita dell'11% rispetto alla rilevazione 2012. A livello globale le vittime degli omicidi compiuti all'interno della famiglia sono per il 64% di sesso femminile; l'82%, se a compiere l'omicidio è il partner.
Italia, dati molto preoccupanti
L'indagine ISTAT del 2014 rilevò che il 31,5% delle donne italiane tra i 16 e i 70 anni ha subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale. Un rapporto del 2018 relativo alle molestie sul luogo di lavoro ha messo in luce che nel corso della loro vita, 1 milione e 100 mila donne (pari al 7,5% delle lavoratrici) ha subito ricatti sessuali per ottenere un lavoro, per mantenerlo o per ottenere progressioni nella carriera.
Nell'opuscolo pubblicato dalla Direzione Centrale Anticrimine del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, a sostegno della campagna "…questo NON È AMORE" per aiutare le vittime di violenza a vincere la paura di denunciare, i dati parlano di un aumento delle vittime di sesso femminile dal 2016 (68%) al 2019 (71%). Nel 2018 l'82% degli autori di omicidi femminili è un familiare.
Secondo il Rapporto EURES sul femminicidio in Italia, tra il 2000 e il 31 ottobre 2020 sono 3.344 le donne uccise in Italia, pari al 30% degli 11.133 omicidi volontari complessivamente censiti. Nel 2019 sono state uccise 99 donne, 85 in ambito familiare. Nei primi 10 mesi del 2020 le vittime registrate sono 91, con un leggero calo nella percentuale di donne straniere.
La Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio ha confermato che la violenza di genere sia aumentata in forma sommersa a causa delle maggiori difficoltà delle donne a denunciare.
Donna la prima a fare le spese di crisi e Covid.
Una donna viene pagata, sempre più spesso, meno rispetto ad un uomo. Tranne alcune situazioni protette, nei licenziamenti è la prima a farne le spese, deve accontentarsi di pochi spiccioli, subisce avances non richieste, ricattata attraverso un linguaggio non verbale, alcune sono costrette a scegliere se accettarle o perdere il lavoro e fare la fame.
Fortunatamente, non tutti gli uomini in una situazione di preponderanza adottano sistemi tribali, e soprattutto a questi va la nostra stima.