Sono passati ben due anni dalla conferenza di Antonio Blasioli, consigliere regionale e dei consiglieri comunali PD montesilvanesi, che evidenziava la necessità di operare una scelta per eliminare o contenere gli effetti della ex discarica di Villa Carmine oggi messa in sicurezza non definitiva.
Purtroppo la regione Abruzzo ancora non decide quale metodo adoperare tra:
la prima tecnica, dislocamento dei rifiuti contenuti nella montagna sotto il telone verde, in una discarica capace di accoglierli e trattarli. Questo metodo costerebbe 30 milioni di euro e estirperebbe alla radice i rifiuti.
La seconda è il Landfill Mining, realizzazione di un impianto di trattamento permanente in aree circostanti a Villa Carmine, ove trattare i rifiuti presenti in discarica, nella considerazione che parte del materiale sia valorizzabile, circa 15 milioni i costi, oltre ad altri 7 l’anno per la gestione.
La terza è la tombamento, Macro incapsulamento dei rifiuti in un sarcofago con paratie in betonite, con riprofilatura dei versanti esistenti e sistemazione dei rifiuti eccedenti in area adiacente, costo 12.697.000 euro.
Durante la Conferenza i consiglieri comunale di Montesilvano riferirono: "in realtà la Regione ha deciso di sospendere quasi l’importo intero del finanziamento riprendendosi circa 9,3 milioni dei 10 del Masterplan nella rimodulazione di tali fondi e ritardando in questo modo una priorità improrogabile del nostro territorio". Così Di Costanzo e Antonio Saccone, "lasciando solo il 7% per le spese di progettazione, peraltro inutilizzabili per l’attuazione delle Mise (misure di messa in sicurezza di emergenza)." Inoltre chiedevano ad Arap di non sottoscrivere l’accordo istituzionale che avrebbe generato questa situazione.
Blasioli aggiunse: "la Regione ha deciso di riprendersi anche quei 9,3 milioni nella rimodulazione dei fondi Masterplan". E annunciò di aver inviato una diffida all'Arap.
La domanda oggi è: ci sono ancora fondi per risolvere questa situazione ambientale di importanza? Si o no?