E' dolorosa questa strage di migranti morti nel naufragio del barcone al largo di Cutro lo scroso 26 febbraio. Il Governo oggi a Cutro Crotone ha deciso di svolgere in loco il CDM per una stretta decisionale e si parla di pene severe per gli scafisti e chi organizza questi viaggi di speranza che rischiano, sempre più spesso, di terminare in stragi sconvolgenti.
Il Decreto sui flussi e l'immigrazione irregolare è incentrato sui trafficanti di vite umane, con pene che salgono in maniera esponenziale, fino ad arrivare a 30 anni per chi provoca la morte, come nella strage nel piccolo comune calabro. Più in generale, per chi tenta un business trafficando vite umane sui nostri mari le pene salgono a ben 16 anni. Questo stando alla bozza del dl esaminato dal preconsiglio dei ministri, che si è concluso a Palazzo Chigi.
Nello specifico, "chiunque, in violazione delle disposizioni del presente testo unico, promuove, dirige, organizza, finanzia o effettua il trasporto di stranieri nel territorio dello Stato ovvero compie altri atti diretti a procurarne illegalmente l'ingresso nel territorio dello Stato, ovvero di altro Stato del quale la persona non è cittadina o non ha titolo di residenza permanente, quando il trasporto o l’ingresso sono attuati con modalità tali da esporre le persone a pericolo per la loro vita o per la loro incolumità o sottoponendole a trattamento inumano o degradante, è punito con la reclusione da venti a trenta anni se dal fatto deriva, quale conseguenza non voluta, la morte di più persone. La stessa pena si applica se dal fatto derivano la morte di una o più persone e lesioni gravi o gravissime a una o più persone", si legge nella bozza pubblicata su Adnkronos.
"Se dal fatto deriva la morte di una sola persona, si applica la pena della reclusione da quindici a ventiquattro anni. Se derivano lesioni gravi o gravissime a una o più persone, si applica la pena della reclusione da dieci a venti anni". Più in generale, per chi organizza il traffico di migranti sui nostri mari le pene passano dagli attuali 'da uno a cinque anni' ai 'da due a sei anni'. Se poi il traffico riguarda un gruppo di 5 o più migranti le pene passano 'da cinque a quindici anni' a 'sei fino a sedici anni'. Invariate le multe, che restano a 15 mila euro per ogni migrante fatto salire illegalmente a bordo.
Potenziamento dei centri rimpatri, ma anche una stretta per quei centri dove i migranti arrivano e trovano condizioni fatiscenti, strutture malfunzionanti. Con tanto di nomine di commissari ad hoc. Sono alcune delle misure previste nella bozza del decreto. In particolare, all'articolo 9 è previsto il potenziamento dei centri di permanenza per i rimpatri "in deroga ad ogni disposizione di legge diversa da quella penale, fatto salvo il rispetto delle disposizioni del codice delle leggi antimafia". All'articolo 8, invece, sono contenute misure straordinarie in materia di gestione dei centri per migranti. E si prevede che, "qualora ricorra un grave inadempimento degli obblighi previsti" con "l’immediata cessazione dell’esecuzione del contratto", il prefetto possa, con proprio decreto, nominare "uno o più commissari per la straordinaria e temporanea gestione dell’impresa".
"Per il triennio 2023-2025, le quote massime di stranieri da ammettere nel territorio dello Stato per lavoro subordinato, anche per esigenze di carattere stagionale e per lavoro autonomo, sono definite, in deroga alle disposizioni dell’articolo 3 del decreto-legislativo 25 luglio 1998, n. 286, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri" si legge nella bozza del decreto. Quote "preferenziali" verranno inoltre assegnate ai lavoratori di Paesi che, "anche in collaborazione con lo Stato italiano, promuovono per i propri cittadini campagne mediatiche aventi ad oggetto i rischi per l’incolumità personale derivanti dall’inserimento in traffici migratori irregolari".
Nel decreto, all'articolo 2, sono previste anche misure per la semplificazione e accelerazione delle procedure di rilascio del nulla osta al lavoro.
"Cutro non difende Piantedosi".
La scritta campeggia su un muro nei pressi di Cutro (Crotone) dove è presente l'intero Governo per la riunione del Consiglio dei ministri, dalle 15.45, nella sala consiliare del Comune di Cutro.
"Il Governo arriva, i morti rimangono". E "Benvenuti in Italia".
"La loro speranza è uguale alla nostra". C'è un numero '72', il numero delle vittime, con una croce vicina e la scritta: "Cutro e la Calabria come Siria e Pakistan, abbandonati a se stessi". Intanto mezzi blindati dei Carabinieri e della Polizia sono già stati sistemati nel centro della piazza che accolgono l'esecutivo. Le transenne sono pronte per essere sistemate lungo le strade del piccolo comune. Gli esercizi commerciali saranno chiusi dalle 12.30 alle 19, come prevede una ordinanza firmata dal sindaco.
Il sindaco Antonio Ceraso "Ordina - si legge nel provvedimento - la chiusura delle attività degli esercizi commerciali situati nelle seguenti sedi viarie". E indica le strade in cui i negozi dovranno essere chiusi, "Avverte che l'inossrvanza alla presente ordinanza comporterà la denuncia dei trasgressori alla competente autorità giudiziaria", scrive il sindaco Ceraso nell'ordinanza.
Avviato trasferimento salme.
Sono stati avviati i trasferimenti di salme. Lo riferisce il ministero dell’Interno. Delle 72 vittime – afferma il Viminale in una nota – il 6 marzo 2023, una salma di nazionalità afghana è stata inumata nel cimitero di Crotone; il 7 marzo 2023, una salma di nazionalità tunisina è stata rimpatriata in Tunisia, una salma di nazionalità afghana è stata rimpatriata in Germania e 4 salme sono state rimpatriate in Pakistan; l’ 8 marzo 2023, sette salme sono state trasferite presso il cimitero musulmano di Bologna”. “Nella giornata di domani è in programma il trasferimento di 8 salme alla volta della Germania ed è in fase di preparazione il trasferimento di 16 ulteriori salme verso l’Afghanistan.
Quest’ultimo trasferimento, organizzato da un’agenzia di onoranze funebri tedesca, prevede il passaggio delle salme attraverso la Turchia e, da lì, in Afghanistan d’intesa con i familiari delle vittime ivi presenti””. “Completati questi trasferimenti, resterebbero da trasferire ancora 34 salme per le quali sono in corso interlocuzioni tra i funzionari di questo Ministero inviati sul posto ed i familiari delle vittime. In merito a tutta la vicenda – sottolinea il ministero dell’Interno – vanno considerate le difficoltà oggettive del trasferimento delle salme in Afghanistan”.