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Venerdì, 10 Marzo 2023 10:11

Meloni a Cutro contro trafficanti di umani: questa gente voglio combatterla e sconfiggere.

Scritto da A.C.

La premier tira le fila del Consiglio dei ministri e annuncia le nuove misure - in conferenza stampa tensioni Presidente cronisti - Messaggio: Non conviene entrare illegalmente in Italia.

Inasprimento delle pene per reati connessi all’immigrazione clandestina

 Si introduce il nuovo reato di “morte o lesioni come conseguenza di delitti in materia di immigrazione clandestina”, che prevede gravi pene:

da 10 a 20 anni per lesioni gravi o gravissime a una o più persone;

da 15 a 24 anni per morte di una persona;

da 20 a 30 anni per la morte di più persone.

Espulsioni e ricorsi - Si elimina la necessità di convalida del giudice di pace per l'esecuzione dei decreti di espulsione disposti a seguito di condanna.

Nuove modalità di programmazione dei flussi di ingresso legale dei lavoratori stranieri - Le quote di stranieri da ammettere in Italia per lavoro subordinato saranno definite, non più solo per un anno ma per un triennio (2023-2025), con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, previo parere – tra l’altro – delle Commissioni parlamentari competenti.

In via preferenziale, le quote saranno assegnate ai lavoratori di Stati che promuovo per i propri cittadini campagne mediatiche sui rischi per l’incolumità personale derivanti dall’inserimento in traffici migratori irregolari.
Modifiche alle norme sui titoli di ingresso e di soggiorno per lavoro subordinato di cittadini stranieri - Si semplifica l’avvio del rapporto di lavoro degli stranieri con aziende italiane e si accelera la procedura di rilascio del nulla osta al lavoro subordinato, anche per esigenze di carattere stagionale.

Programmi di formazione - Ingressi fuori quota per stranieri che hanno superato, nel Paese di origine, i corsi di formazione riconosciuti dall’Italia, che saranno promossi dal Ministero del lavoro.

Durata del permesso di soggiorno rinnovato - I rinnovi del permesso di soggiorno rilasciato per lavoro a tempo indeterminato, per lavoro autonomo o per ricongiungimento familiare avranno durata massima di tre anni, anziché due come oggi.

Priorità alle aziende/lavoratori agricoli - Si stabilisce che i datori di lavoro che hanno fatto domanda per l’assegnazione di lavoratori agricoli e non sono risultati assegnatari abbiano la priorità rispetto ai nuovi richiedenti.


Contrasto alle agromafie - Al fine di proteggere il mercato nazionale dalla criminalità agroalimentare, il personale dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari, inquadrato nell’area delle elevate professionalità e nell’area funzionari, ha la qualifica di ufficiale di polizia giudiziaria; il restante personale inquadrato nell’area assistenti e nell’area operatori è agente di polizia giudiziaria.

Centri per migranti - Si introducono norme per il commissariamento della gestione dei centri governativi per l'accoglienza o il trattenimento degli stranieri, e comunque per farne proseguire il funzionamento.

Si prevede la facoltà, in sede di individuazione, acquisizione o ampliamento dei centri di permanenza per i rimpatri (CPR), di derogare al codice dei contratti pubblici, consentendo una maggiore speditezza nello svolgimento delle procedure. L’efficacia della deroga è limitata fino al 31 dicembre 2025. È fatto, comunque, salvo il rispetto delle disposizioni del codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione.


Protezione speciale - Si definisce meglio la protezione speciale per evitare interpretazioni che portano a un suo allargamento improprio. Con norma transitoria si prevede che la nuova disciplina operi dall’entrata in vigore del decreto-legge.

Si apprende da Adnkronos.

Meloni ringrazia Piantedosi

Difende il governo, "non si poteva fare nulla di più o di diverso", ringrazia il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, da giorni sotto attacco, e annuncia pene fino a 30 anni contro gli scafisti, con l'introduzione di un reato "universale" che sarà perseguito anche fuori dai confini nazionali. Giorgia Meloni tira le fila del Consiglio dei ministri a Cutro - "il primo su un luogo della tragedia e con il quale volevamo dare un segnale simbolico e concreto allo stesso tempo" - in una conferenza stampa nella quale ribadisce che "se qualcuno pensa che ci siano istituzioni che si voltano dall'altra parte questo è molto grave, e non per me o per il governo ma per la nazione che rappresento e non accetto queste ricostruzioni".

Ma sono proprio le ricostruzioni a far scattare le tensioni tra la premier e i giornalisti, che contestano alcune sue affermazioni, negando di voler addossare al governo la responsabilità della tragedia. Ma insistendo per avere chiarezza sulla dinamica degli eventi che hanno portato al naufragio del 26 febbraio, dinamica che la stessa Meloni in alcuni passaggi confonde. La premier si presenta in conferenza stampa con sei ministri alla fine del Cdm che ha approvato all'unanimità un decreto legge con il quale si ribadisce che "siamo determinati a sconfiggere la tratta di essere umani, i trafficanti di vite umane che sono i responsabili di questa tragedia. La nostra risposta è maggiore fermezza". Un concetto che Meloni sottolinea anche per smentire "alcune ricostruzioni surreali, secondo cui si starebbe modificando la linea governo. Chi pensa che i fatti" avvenuti a Cutro possono modificarla "si sbaglia", quanto accaduto è "la conferma che non c'è politica più responsabile di quella finalizzata a rompere la tratta e mettere fine alla schiavitù del terzo millennio", scandisce.

Che poi, passando a illustrare il decreto, spiega che il testo "prevede un aumento delle pene per il traffico di migranti e l'introduzione di una nuova fattispecie di reato relativa a morte o lesioni gravi in conseguenza del traffico di clandestini, con una pena fino a 30 anni di reclusione nel caso in cui muoiano persone in una di queste traversate. Il reato verrà perseguito dall'Italia anche se commesso fuori dai confini nazionali. E' un reato che noi consideriamo universale". L'obiettivo del governo, sottolinea quindi Meloni, è "colpire non solamente quei trafficanti che troviamo su quelle barche ma anche quelli che ci sono dietro. Questo cambia completamente l'approccio del governo italiano rispetto a quanto abbiamo visto negli ultimi anni. Andremo a cercare gli scafisti lungo tutto il globo terracqueo, perché vogliamo rompere questa tratta". Ma c'è un altro modo in cui il governo vuole combattere i trafficanti, spiega la premier, ed è quello di far passare il messaggio che "in Italia non conviene entrare illegalmente, non conviene pagare gli scafisti, non conviene rischiare di morire". Da qui l'annuncio del governo sul ripristino dei "decreti flussi, che consentono l'ingresso per lavorare di immigrati regolari" e "che sono stati azzerati perché tutte le quote erano coperte da chi entrava illegalmente". "Criteri" di ingresso e "quote saranno su base triennale", fa sapere.

"Cutro per me è un punto di passaggio. La materia migratoria oggi è estremamente complessa", sottolinea poi Meloni, che ricorda l'impegno ad affrontare il tema a livello europeo. "All'indomani della tragedia - ricorda - io ho scritto una lettera ai vertici europei... Al prossimo Consiglio chiederò azioni concrete, l'Italia non può affrontare da sola" l'emergenza, "non può restare sola. Nelle parole di von der Leyen c'è la conferma di un cambio di passo, ad oggi lo abbiamo visto nei documenti" ma servono "provvedimenti concreti e risorse, per noi è fondamentale che dal prossimo Consiglio Ue arrivino atti concreti". Conclusa la conferenza stampa, con i giornalisti che le chiedono ancora perché non sia andata al Palamilone a Crotone a rendere omaggio alle salme e ad incontrare i parenti delle vittime, Meloni assicura che ci andrà "volentieri". Ma poi riparte per Roma e da Palazzo Chigi fanno sapere di averli invitati per un incontro lì.

Tensioni Presidente e giornalisti

La replica della premier ai giornalisti che la incalzano su possibili mancanze del governo dopo il naufragio.

"Ci sono 72 morti, ovvio che bisogna porsi domande, ma poiché le risposte sono state chiare...". Lungo botta e risposta in conferenza stampa a Cutro per Giorgia Meloni, con i cronisti che 'assediano' la premier, cui viene contestata la ricostruzione degli eventi del naufragio del 26 febbraio scorso, incalzata, in una situazione confusa e tesa, dalle domande sul perché non siano uscite le motovedette della Guardia costiera.

"Qualcuno pensa davvero che il governo o le istituzioni italiane non hanno fatto qualcosa che avrebbero potuto fare? Voi dunque state dicendo - sbotta la premier - che c'è stata una volontà?". Dopo aver incassato il 'no' dei giornalisti presenti, continua: "Non c'è stata volontà, perfetto. E' già un passo avanti... In che cosa allora si ritiene che ci sia stata una manchevolezza oggettiva? Io non ho avuto segnalazioni di nave in difficoltà di navigazione, questo sto dicendo".

"Qualcuno qui ritiene che le autorità italiane non abbiano fatto qualcosa che potevano fare? In questo momento ci sono 20 imbarcazioni che qualcuno sta soccorrendo in acque italiane, voi parlate, giustamente, di un caso in cui non siamo riusciti, ma nessuno si occupa degli altri. Se qualcuno pensa che ci siano istituzioni che si voltano dall'altra parte questo è molto grave, e non per me o per il governo ma per la nazione che rappresento e non accetto queste ricostruzioni". "Credo che ci sia una strumentalità nel tentativo di dimostrare che l'Italia non ha fatto qualcosa che doveva fare. Non è un bel messaggio che diamo, anche all'esterno dei confini nazionali. Il ministro Salvini vi ha detto che adesso, in questo momento, l'Italia è impegnata nel soccorso di 20 imbarcazioni, questo accade tutti i giorni. Noi" a Cutro "non abbiamo potuto fare di più di quel che è stato fatto, ma qualcuno pensa davvero che il governo o le istituzioni italiane non hanno fatto qualcosa che avrebbero potuto fare? Se non lo pensate, allora c'è da correggere dei titoli", ha continuato la premier. E a chi chiede spiegazioni ulteriori sull'operato del governo, Meloni spiega che Quanto accaduto in questa vicenda si configura come "una fattispecie particolare, perché si trattava di una nave in navigazione da 3 giorni e che per 3 giorni non ha mai avuto problemi. E' arrivata davanti alle coste calabresi, e qui, a 40 metri" dalla battigia "non c'è mai stata né poteva esserci una comunicazione di possibile naufragio perché non c'era. Cosa è accaduto? Hanno atteso a largo il momento più propizio per sbarcare e non essere intercettati perché si trattava di trafficanti - ricostruisce il presidente del Consiglio -, in quel frangente c'è stato un incidente: si incagliano, la barca è inadeguata e succede il peggio. A quel punto intervengono le nostre autorità. La segnalazione che fa Frontex è di polizia, non di salvataggio, non ti avverte che c'è un problema, tant'è che l'aereo di Frontex se ne va. Questi sono i fatti".

"La segnalazione che fa Frontex" alla vigilia della strage dei migranti a Cutro "è di polizia, non di salvataggio, non ti avverte che c'è un problema, tant'è che Frontex se ne va. Questi sono i fatti- ribadisce -, certo qualcuno può dire: 'perché Frontex segnala dopo 3 giorni l'imbarcazione e solo quando è in acque italiane? Uno potrebbe chiederselo, perché prima di arrivare in acque italiane, secondo la geografia, ha attraversato i mari di altre nazioni. Questa è una domanda che io mi sono fatta". Ma gli inviati e i corrispondenti locali continuano a non essere soddisfatti dalle risposte della Meloni, che fa confusione sui tempi dell’intervento e sulle miglia di distanza del barcone dalla costa. E allora la premier è costretta a precisare: "La segnalazione di Frontex è arrivata alle 22.36 del sabato sera in prossimità delle acque italiane, mi correggo. Ma questa è una domanda che credo dovreste farvi anche voi".

Il ministro dell'Interno Piantedosi ricorda quindi di aver ricostruito gli eventi: ''in cinque informativa in Parlamento, potete andare a leggerle''. Ma questo non basta a calmare gli animi. Qualcuno si alza, il nuovo capo del servizio stampa di Palazzo Chigi Mario Sechi tenta di riportare l’ordine fino all’ultima domanda. Ma poi alla fine è di nuovo assedio, con i giornalisti che la incalzano sul perché non sia andata al Palamilone a rendere omaggio alle vittime e a incontrare i familiari. "Ci vado volentieri" taglia corto, prima di ripartire per Roma.

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