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Giovedì, 22 Agosto 2024 18:44

UE: l'obbligo per i 27 Paesi di ripristinare gli habitat naturali.

Non si scherza più. Alberi, bacini idrici, sostenibilità, biodiversità, migliorare le funzioni e i servizi ecosistemici, l'integrità ecologica e la connettività

E' entrata in vigore la Legge Ue sul Ripristino della Natura, il 18 agosto 2024, Regolamento (UE2024/1991 del Parlamento europeo e del Consiglio del 24 giugno 2024, che obbliga gli Stati membri UE a elaborare misure che ripristinino una sostanziale percentuale gli habitat naturali terrestri e marini allo stato originario o quasi in tutti i 27 Stati membri dell'Unione. Il destino della controversa proposta è rimasto in bilico per qualche tempo, ma a giugno ha ottenuto il sostegno necessario dagli Stati membri, dopo un'inaspettata inversione di tendenza da parte dell'Austria. Tuttavia, in sede di approvazione, l'Italia, insieme a Ungheria, Paesi Bassi, Polonia, Finlandia e Svezia, ha votato contro. Astenuto, invece, il Belgio.

Nella legge vi sono fermi obiettivi.

L'obiettivo 1 consiste nel garantire che tutti i settori siano oggetto di una pianificazione territoriale partecipativa, integrata e inclusiva in termini di biodiversità e/o di processi di gestione efficaci che affrontino il cambiamento di uso del suolo e del mare; portare a valori prossimi allo zero entro il 2030 la perdita di zone di elevata importanza in termini di biodiversità, compresi gli ecosistemi di elevata integrità ecologica, rispettando nel contempo i diritti delle popolazioni indigene e delle comunità locali, come stabilito nella dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti dei popoli indigeni.

L'obiettivo 2 consiste nel garantire che, entro il 2030, almeno il 30 % delle zone degli ecosistemi terrestri, idrici interni, marini e costieri degradati sia oggetto di un ripristino efficace, al fine di rafforzare la biodiversità e migliorare le funzioni e i servizi ecosistemici, l'integrità ecologica e la connettività. Il quadro globale in materia di biodiversità consentirà di compiere progressi verso il conseguimento degli obiettivi orientati ai risultati per il 2050.

La Commissione europea ha concesso agli Stati membri due anni per elaborare misure di ripristino e un ampio margine di manovra per quanto riguarda l'ubicazione e la natura degli interventi di ripristino.

 

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