Il Sottosegretario d'Abruzzo Mazzocca pronto ad inviare formale diffida al Governo dimissionario a seguito della riunione istruttoria indetta dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri per il 4 aprile allo scopo di superare il diniego delle Regioni Abruzzo e Umbria all’autorizzazione del metanodotto Sulmona-Foligno.
Queste le parole del Sottosegretario: “Ce lo aspettavamo, ma siamo rimasti comunque stupiti da una convocazione di una riunione istruttoria, da parte di un governo dimissionario, in carica solo per il disbrigo degli affari correnti, che dovrebbe trattare dal punto di vista politico con le Regioni, i Comuni e gli enti locali per superare le ragioni del diniego all’intesa. É una questione di legittimazione ad operare: noi riteniamo che il Governo non possa e non debba procedere ad operare conseguenzialmente rispetto a quanto già decretato in relazione alla centrale Snam. Non si tratta, infatti, di un mero atto gestionale o di un provvedimento che l’amministrazione procedente - in questo caso il Governo - deve assumere per concludere una procedura. Si tratta di ben altro: è, soprattutto, un provvedimento che va ben oltre le attuali condizioni di operatività di un Governo, ripeto, in carica per il disbrigo degli affari correnti. Si tratta di un provvedimento che tende ad inserire gli ultimi tasselli di un puzzle per addivenire, nel più breve tempo possibile, al definitivo via libera per la costruzione dell’opera. Per queste ragioni, avendo appena concluso una riunione con gli uffici del dipartimento competente della Regione Abruzzo e soprattutto con il Servizio di Avvocatura regionale guidata dall’avv. Stefania Valeri, come Sottosegretario delegato all’ambiente della Regione procederò con l’invio di una formale diffida al Governo a non procedere in tal direzione per queste motivazioni e per alcuni altri aspetti che seguono”. “É in corso una verifica puntuale su ogni atto del procedimento a partire dal 2011 in poi - aggiunge il Sottosegretario - perché riteniamo possano esserci dei vizi che sicuramente potranno darci indicazioni cogenti per quanto attiene la correttezza tecnico-amministrativa seguita nella formazione del procedimento e quindi incidere in maniera, noi riteniamo, utile al ricorso che stiamo predisponendo e presenteremo a fine aprile, poco prima della scadenza fissata per il 6 maggio 2018″. “Parteciperemo alla riunione istruttoria, così come l’ha chiamata la Presidenza del Consiglio dei Ministri - conclude Mazzocca - ma è chiaro che già in quella sede porremo formalmente la mozione di mancanza di legittimazione. Manifesteremo, comunque, la nostra ormai storica volontà di collaborare con i vari pezzi dello Stato per sanare delle posizioni che divergono e faremo altresì presente come, sul tema degli usi civici, non siano stati fatti passi avanti. Anzi, in buona parte del V tratto del metanodotto Rete Adriatica, del segmento Sulmona-Foligno, permane per noi una grande criticità che non è stata assolutamente risolta. Continueremo a chiedere, infine, che sull’intero sistema venga fatto un momento di riflessione serio, concreto e soprattutto corretto dal punto di vista sia tecnico che amministrativo”.
Bracco: "governo dimissionario deve tacere"
"Il Governo Gentiloni, essendosi dimesso sabato scorso 24 marzo, è in carica solamente per il disbrigo degli affari correnti. Dunque la legittimità politica che potrebbe avere una decisione adottata in questi giorni dal Consiglio dei Ministri rasenta lo zero. Mercoledì prossimo 4 aprile si svolgerà a Palazzo Chigi un'importante riunione il cui oggetto sarà la costruzione del metanodotto Sulmona-Foligno. La Regione Abruzzo ribadisca la propria ferma contrarietà affinché l'opera non si concretizzi. E il Presidente D'Alfonso, ora anche membro di Palazzo Madama, dica una volta per tutte se sta al fianco dei territori peligni oppure a braccetto con gli industriali".
E' netta la nota stampa che il Consigliere regionale di Sinistra Italiana Leandro Bracco ha diramato questa mattina e che attiene a una vicenda che da anni preoccupa in misura rilevante soprattutto la Valle Peligna e che riguarda la costruzione del metanodotto Sulmona-Foligno. "Fra sette giorni – spiega l'esponente di Liberi e Uguali – il capo dipartimento della Presidenza del Consiglio dei Ministri incontrerà i rappresentanti sia delle Regioni Abruzzo e Umbria che di diversi Comuni nell'ambito del procedimento autorizzativo che concerne la costruzione e la messa in esercizio del metanodotto che collegherà il capoluogo peligno alla città perugina di Foligno. La riunione è funzionale all'apertura di un confronto con il Governo ed è anche un passaggio necessario al fine di individuare una soluzione tecnico/politica per sanare le diverse criticità espresse dagli enti interessati".
"Sono dell'opinione – prosegue Bracco – che si voglia aprire ancora una volta la strada, come avvenuto per la Centrale di compressione del gas di Sulmona, all'adozione di un provvedimento autorizzativo da parte del Consiglio dei Ministri. Questo consentirebbe – rileva il Consigliere – di mettere un ennesimo tassello al puzzle che riguarda il progetto di trasformazione dell'Italia in un hub del gas e, tramite esso, verrebbe sferrato l'ennesimo pugno in faccia ai territori che in molteplici occasioni e circostanze hanno manifestato il proprio fermo e legittimo dissenso". "Il metanodotto Sulmona-Foligno – evidenzia Bracco – è uno dei cinque lotti del Progetto Rete Adriatica della SNAM che dalla provincia di Taranto risalirà l'Appennino per arrivare alle porte di Bologna. A esso è connessa la realizzazione della Centrale di compressione e spinta di Sulmona mentre la Rete Snam è strettamente legata anche al TAP (Trans Adriatic Pipeline), gasdotto che consentirà di portare gas dall'Azerbaigian".
"A pochi giorni dalla sciagurata adozione del provvedimento definitivo attinente alla Centrale di compressione di Sulmona – rimarca Bracco – la possibile autorizzazione del metanodotto risulta essere l'ennesimo fatto gravissimo. Mi auguro che il Governo Gentiloni, anche se dimissionario ma pur sempre in carica per l'ordinaria amministrazione fino a quando non si costituirà (se si costituirà) un nuovo esecutivo, non voglia essere protagonista dell'ennesima decisione nefasta. Decisione verso la quale il Presidente della Regione Abruzzo e Senatore della Repubblica italiana Luciano D'Alfonso ha il diritto-dovere di battere i pugni sul tavolo per impedirne la concretizzazione".
M5S: Bisogna interrompere il confronto sull’iter
Interrompere “l’istanza di autorizzazione alla costruzione ed esercizio dell’opera denominata metanodotto Sulmona-Foligno” previsto per il 4 aprile. I motivi? Il Capo Dipartimento, Annalisa Cipollone, potrebbe non avere diritto di chiedere tale incontro in quanto, dopo le dimissioni del Presidente del Consiglio Gentiloni, non ci sarebbe la legittimità procedurale su questo atto di Governo.
“Il Governo” affermano i portavoce M5S in Senato, Gabriella Di Girolamo e Primo Di Nicola, ed i portavoce M5S Gianluca Vacca e Daniele Del Grosso della Camera dei Deputati “a seguito delle dimissioni del Presidente del Consiglio rimane in carica solo per il disbrigo degli affari correnti, cioè atti indifferibili ed urgenti e, quindi, estranei all'esercizio dell'indirizzo politico. Ed è palese che questo confronto non rientra nei caratteri d’urgenza. La riunione istruttoria del 4 aprile, pertanto, è solo l'ultima azione di un Governo che non ha più la legittimità per decidere su un’opera di tale impatto sulla collettività e sul territorio. Il metanodotto” incalzano i 5 stelle “dovrebbe essere realizzato in un territorio fragile, esposto a terremoti frequenti e notoriamente distruttivi. È quindi comprensibile la preoccupazione dei cittadini e dei vari comitati che si oppongono alla realizzazione di tale opera. Ma insieme ai cittadini anche le amministrazioni locali, e la stessa Regione Abruzzo, hanno espresso più volte contrarietà al metanodotto, e lo hanno fatto sia attraverso atti formali che informali. Questa accelerazione del Governo, quindi, contrasta con le esigenze dei territori” incalzano i portavoce M5S.
“È del tutto scontato che il futuro di questa opera debba essere deciso dal prossimo Governo, quello che otterrà la fiducia del nuovo Parlamento” concludono i portavoce M5S.