L'analisi è di Riccardo Alessandrelli, responsabile dell'Unità Operativa di Neuropsichiatria Infantile della Asl, che ha ad Atessa un vero e proprio Hub, coadiuvato dalle Unità Multisciplinari per l'integrazione scolastica di Chieti, Ortona, Lanciano e Vasto. I Distretti sanitari, infatti, sono articolazioni funzionali del Servizio, presso i quali a livello territoriale vengono seguiti i pazienti una volta presi in carico ed effettuate valutazione e diagnosi. Il nuovo servizio è stato strutturato in modo organico dalla Direzione Asl da alcune settimane, con spazi e personale dedicati, e può accogliere e trattare in modo più adeguato bambini e ragazzi che hanno bisogno di essere seguiti per diagnosi e trattamento dei disturbi del neurosviluppo. Dell'équipe fanno parte neuropsichiatri infantili, psicologi esperti in psicodiagnostica dell'età evolutiva, un'assistente sociale, un'infermiera e una Oss. "Le competenze specifiche del nostro team nella diagnostica avanzata, supportata anche da test innovativi, rappresentano un forte elemento di attrazione - aggiunge Alessandrelli - che fa registrare una richiesta importante da parte dell'utenza. I numeri elevati che affollano le liste di prenotazione ci hanno indotti a creare un canale parallelo per le urgenze. Abbiamo quindi riservato posti in aggiunta per l'inserimento prioritario di alcune categorie più vulnerabili, quali pazienti a rischio di condotte lesive per sé e gli altri, minori di 4 anni con disturbi, esordi psicotici, disturbi del comportamento alimentare, e pazienti inviati da reparti ospedalieri, Tribunale dei Minori e Servizi sociali dei Comuni". Tra le molteplici attività svolte dall'équipe, in primo piano restano quelle dedicate all'autismo, a partire dalla fase della diagnosi, tanto che Asperger Italia sul proprio sito indica come riferimento territoriale la Neuropsichiatria Infantile della Asl Chieti, senza dimenticare la collaborazione con l'Istituto Superiore di Sanità per progetti dedicati. Sono circa 450 i pazienti seguiti. Numerosi sono anche quelli presi in carico per i disturbi del comportamento alimentare in età evolutiva, mentre per i circa 2 mila ragazzi accompagnati da sostegno didattico, si sta organizzando la rete per l'integrazione scolastica, attraverso il dialogo stretto con le Unità Multidisciplinari territoriali e altre attività finalizzate a favorire i piani di intervento a scuola, dove si può intervenire in modo efficace per limitare il disagio dei singoli e favorire un loro maggiore inserimento.
"Molti dei ragazzi seguiti nella nostra struttura - tiene a precisare ancora Alessandrelli - non hanno deficit cognitivi, non hanno disabilità ma accusano disturbi che possono evolvere in malattia psichiatrica se non si interviene prima sull'ambiente che li circonda. Non mi riferisco, ovviamente, ai casi più gravi che hanno necessità di terapie importanti. Per gli altri, invece, possiamo fare molto per reintegrarli, anzi dobbiamo, se vogliamo strapparli a un futuro certo da malati. Con il nostro team vogliamo lavorare molto anche su questo aspetto". Serviranno altre risorse per andare nella direzione indicata dal neuropsichiatra, e arriveranno: sono in corso bandi per il reclutamento di altri psicologi, mentre si è appena concluso il concorso per neuropsichiatri dal quale si potranno attingere altri professionisti. Resta importante anche la stretta collaborazione con i Dipartimenti Materno Infantile e Salute Mentale, diretti rispettivamente da Francesco Chiarelli e Marco Alessandrini,con l' obiettivo ambizioso di favorire una integrazione disciplinare che, già da ora, sta avendo ricadute positive sulle famiglie. E sempre al fine di migliorare il servizio, si stanno formando equipe specializzate per l'autismo e i disturbi dell'apprendimento, al fine di ottimizzare gli invii alle strutture convenzionate riabilitative e migliorare l'efficacia dei trattamenti, riducendo i ricoveri in strutture fuori regione, non sempre graditi a pazienti e famiglie. La Neuropsichiatria Infantile, dunque, ha mosso già i primi e importanti passi per dare assistenza adeguata a ragazzi e bambini davvero fragili, verso i quali è concreto l'impegno nella costruzione di percorsi che rendano la loro sofferenza molto molto più lieve.