Il Consiglio dei ministri ha approvato all'unanimità la riforma fiscale. Lo si apprende da fonti di governo a Cdm in corso. E' una "svolta necessaria per il Paese", ha detto il premier Giorgia Meloni ai ministri, raccontano all'Adnkronos alcuni presenti alla riunione.
Queste alcune delle possibili novità attese:
IRPEF, SOLO TRE SCAGLIONI. Si apprestano a passare da quattro a tre gli scaglioni Irpef, con relativo ritocco delle aliquote. Tra le ipotesi allo studio ci sarebbe quella di accorpare gli scaglioni centrali e prevedere uno schema con aliquota al 23% per i redditi fino a 15mila euro, al 27% per i redditi da 15mila euro a 50mila euro e 43% per redditi oltre i 50mila euro.
TAGLIO TAX EXPENDITURES. Le risorse per la revisione dell'Irpef verrebbero reperite anche attraverso una potatura delle oltre 600 tax expeditures, cioè le detrazioni e le deduzioni fiscali che oggi costano allo Stato circa 156 miliardi.
LOTTA EVASIONE. La riforma punta rivedere il sistema di accertamento per rafforzare la lotta all'evasione fiscale oggi stimata intorno ad un valore che oscilla tra gli 85 e 100 miliardi annui.
REVISIONE IRES. Il ddl dovrebbe prevede anche la revisione dell'Ires, l'imposta sul reddito delle società. L’aliquota di base, secondo le ipotesi di lavoro, resterebbe al 24% ma potrebbe calare al fino al 15% per le imprese che destinano gli utili agli investimenti in innovazione o alle assunzioni degli ex percettori di Rdc, donne o over50.
ABOLIZIONE IRAP. Nel ddl dovrebbe trovare spazio anche il progetto di abolizione dell'Irap, l'imposta regionale sulle attività produttive.
SEMPLIFICAZIONE VERSAMENTI. Con la riforma potrebbe arrivare, tra le altre misure di semplificazione, anche la trimestralizzazione dei versamenti allineandoli ai versamenti Iva, con eccezione per il mese di dicembre.
CONTROLLI. Con la delega si punta ad una semplificazione dei rapporti delle aziende con il Fisco. Per le più piccole si ricorrerebbe ad un uso incrociato delle banche dati disponibili su fatturazioni e Iva. Sulla base di quelle conoscenze, ove necessario, si avvierebbero su vasta scala concordati preventivi biennali, con accertamenti più intrusivi per le imprese che non accettano. Per le imprese maggiori potrebbe invece venire estesa la cooperative compliance. Intanto dopo il confronto con i sindacati, ieri sono stati ricevuti a Palazzo Chigi i rappresentati delle Associazioni di categoria e degli Ordini professionali, che hanno espresso "un parere positivo" per "una riforma organica e completa", fornendo "importanti e concreti contributi al dibattito".
Per il Governo hanno partecipato il Ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, il Vice Ministro, Maurizio Leo, e il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, che ha portato i saluti del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Il Governo, si legge in una nota di Palazzo Chigi, ha ribadito la disponibilità al confronto, che proseguirà per tutto il processo di approvazione della riforma, confermando la volontà di fissare tavoli su ogni stato di avanzamento dei lavori. I prossimi passaggi prevedono l'esame del Disegno di legge delega domani in Consiglio dei Ministri e, una volta approvato, il successivo avvio dell'iter parlamentare. I decreti delegati, che conterranno la disciplina attuativa dei principi espressi nella Delega, saranno adottati entro 24 mesi dalla data di entrata in vigore della Legge delega.
"La delega fiscale approvata dal Cdm riscrive completamente l’attuale sistema tributario varato negli anni 70". Le nuove regole saranno operative "entro 24 mesi dall’entrata in vigore della legge delega". Lo comunica il Mef, in una nota, dopo il via libera alla riforma fiscale da parte del Cdm. Le misure che saranno introdotte, si legge, "vanno nella direzione di semplificare e ridurre la pressione fiscale, favorire investimenti e assunzioni e instaurare un rapporto tra contribuenti e amministrazione finanziaria nella logica di un dialogo mirato tra le parti secondo le esigenze di cittadini e imprese".
''Con la riforma dell’Irpef - spiega ancora il Mef - si garantisce l’equità orizzontale, attraverso la riduzione della pressione fiscale, passando da 4 a 3 aliquote e con l’obiettivo della flat tax per tutti''. Con il provvedimento sarà anche "garantita la razionalizzazione e semplificazione dell’intero sistema Irpef (redditi agrari, fabbricati, finanziari, da lavoro dipendente, autonomo, d’impresa e diversi). La delega prevede inoltre la revisione delle tax expenditures, che oggi comprende più di 600 voci".
La riforma fiscale prevede "l'equiparazione della no tax area per lavoratori dipendenti (8.174 euro) e pensionati (8.500 euro)". Per quanto riguarda le imprese ''è prevista una riduzione dell’attuale aliquota Ires per chi investe e\o assume. Ci sarà anche una graduale eliminazione dell’Irap. Con l’istituzione del concordato preventivo biennale e il rafforzamento dell’adempimento collaborativo si riscrivono le regole della lotta all’evasione fiscale che diventa preventiva e non più repressiva".
Tre i principi cardine: riduzione della pressione fiscale, nuovo rapporto Stato-contribuente, lotta all'evasione Approda oggi in Consiglio dei Ministri la legge delega di riforma fiscale. Tre, secondo il premier Giorgia Meloni, i principi cardine: riduzione della pressione fiscale; un nuovo rapporto tra Stato e contribuente che non sia più vessatorio ma paritetico; reale lotta all'evasione fiscale. "Asse portante" della riforma "sarà la revisione del sistema di imposizione sui redditi delle persone fisiche, con progressiva riduzione del numero di aliquote Irpef e l'obiettivo di un minore carico fiscale per tutti i contribuenti, con particolare attenzione ai redditi medio bassi e tenendo conto della composizione del nucleo familiare", ha detto ieri intervenendo in Aula alla Camera durante il question time .
Al question time alla Camera per Giorgia Meloni. Il presidente del Consiglio risponde, tra gli altri, ai partiti di opposizione su temi quali salario minimo, migranti, emergenza mutui, Mes e riforma fiscale.: "Il governo non è convinto che la soluzione sia la fissazione di un salario minimo legale" dice il premier. "Spiego banalmente perché. Perché io non ho un approccio ideologico su questa materia, ma pragmatico. Io mi interrogherei sull'ipotesi che il salario minimo legale possa diventare un parametro aggiuntivo delle tutele garantite ai lavoratori , ma un parametro sostitutivo. E nel nostro sistema, un parametro di questo tipo rischierebbe di creare per molti lavoratori condizioni peggiori di quelle che hanno oggi e fare, per paradosso, un favore alle grandi concentrazioni economiche alle quali conviene rivedere al ribasso i diritti dei lavoratori. Io la penso così. Credo che sia molto più efficace estendere la contrattazione collettiva anche nei settori nei quali non è prevista e credo sia efficace tagliare le tasse sul lavoro''.
Governo, 'sfida' Meloni-Schlein: affondo dem su lavoro e diritti
Un altro tassello della delega fiscale riguarderà la "riforma complessiva dell'Ires. Dal primo gennaio 2024 entrerà in vigore la global minimum tax, l'imposta globale minima per le multinazionali con aliquota effettiva al 15% che rende necessaria una revisione dell'Ires per non compromettere la competitività delle nostre imprese su scala globale. Con la delega fiscale il governo intende ridurre l'aliquota Ires e intende farlo sugli utili non distribuiti che vengono impiegati in investimenti qualificati e in nuove assunzioni a tempo indeterminato". Lo ha spiegato in Aula la premier Giorgia Meloni, rispondendo, durante il question time alla Camera, a una interrogazione di Forza Italia sul tema fisco. "Il messaggio - sintetizza Meloni - è sempre: più assumi, meno tasse paghi allo Stato". Dalla riduzione degli scaglioni Irpef, all'abolizione dell'Irap e la revisione dell'Ires, la riforma spazia dalle imposte all'accertamento, dalla riscossione al contenzioso. Il ddl indicherà le misure poi toccherà ai decreti attuativi disporre nel dettaglio le norme esecutive.