Il Consiglio dei ministri si è riunito martedì 9 aprile 2024, alle ore 11.25, a Palazzo Chigi, su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti, ha approvato il Documento di economia e finanza (DEF) 2024.
Crescita ribassata e debito in salita ma sotto la soglia del 140% per l'impatto "devastante" di 219 miliardi di bonus edilizi. Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al Def 2024 in versione light con le stime a politiche invariate, in attesa di vedere l'evoluzione dei negoziati con la Commissione Ue che a giugno proporrà all'Ecofin l'apertura di una procedura sui conti italiani. Un passo atteso per l'Italia, che ha chiuso il 2023 con un deficit al 7,2% del pil, ma anche per la Francia e una decina di partner europei.
Nel 2024 il pil crescerà dell'1%, con un taglio di due decimali rispetto all'1,2% indicato nella Nadef dello scorso autunno. Nel 2025 la crescita segnerà +1,2% (contro +1,4% della Nadef); nel 2026 +1,1% (1% a settembre). Il deficit è confermato al 4,3% come nella Nadef, calerà poi al 3,7% del pil nel 2025 (era al 3,6% nella Nadef), poi ulteriormente giù al 3% nel 2026 (era al 2,9% nella Nadef). Il debito quest'anno dovrebbe attestarsi al 137,8%, per poi salire al 138,9% nel 2025 e al 139,8% nel 2026, invertendo il trend di lieve discesa della Nadef, anche alla luce dell'aggiornamento dell'Istat del dato del 2023 che indicava un forte calo del debito al 137,3% del Pil. Nel quadro programmatico dello scorso autunno, il debito calava progressivamente dal 140,1% del 2024 al 139,9% del 2025, fino al 139,6% del 2026.
A pesare sullo stock del debito è "l'impatto devastante del superbonus e simili'', spiega il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti. ''L'andamento del debito è pesantemente condizionato dai riflessi per cassa dal pagamento dei crediti fiscali del superbonus nei prossimi anni. Questa enorme massa di 219 miliardi di crediti edilizi scenderà in forma di compensazione nei prossimi anni, e diventeranno a tutti gli effetti debito pubblico, anche ai fini contabili'', aggiunge. Da qui l'avvertimento ai furbetti della moneta fiscale. ''Quello che non cessa adesso è la verifica e il controllo della bontà di questi debiti'' che ''ha già portato, ad oggi, a circa 16 miliardi di crediti annullati e sequestrati a vario titolo'', scandisce il titolare di via XX settembre.