I luoghi della cultura rimangono chiusi anche in zona arancione, nessuna regola, seppur rigida, è stata escogitata per poter trovare rifugio nell'ultimo baluardo della società: l'arte.
Siti archeologici, musei, pinacoteche inibiti al pubblico, possibile che non si possa inventare un modo per evitare gli assembramenti e continuare a godere della bellezza dal vivo?
E' incomprensibile il motivo per cui i teatri siano chiusi, ancor di più, dopo aver sperimentato, da oltre un anno, la possibilità di seguire le ritualità religiose in tranquillità. Infatti seguendo le stesse regole nei luoghi di culto, si potrebbe tentare, con le stesse distanze e cautele, di riavviare gli spettacoli dal vivo. Si potrebbero introdurre regole come lasciare entrare un terzo degli spettatori previsti, con i dispositivi di protezione, inibire i servizi igienici, controllare l'osservanza delle regole, mettere barriere protettive. Le proposte sono state tante.
Questo permetterebbe a molti lavoratori dello spettacolo di ricominciare l'attività. E si sa bene che se l'artista e il macchinista, l'impresario, i tecnici e tutti coloro che ruotano intorno al teatro non sono in azione, difficilmente sono autonomi e indipendenti economicamente.
Nonostante i fedeli di ogni culto abbiano dimostrato che, con le dovute cautele, è possibile essere spettatori seduti all'interno di una stessa struttura, nel rispetto delle regole anti covid, questo non ha convinto il ministro Franceschini, riluttante a permettere il ritorno allo spettacolo dal vivo.
In fondo se ci si ragiona, la disposizione delle persone in un teatro è la stessa di un luogo di culto: osservatori in platea e luogo di azione.
Purtroppo questo non è l'unica scelta incomprensibile nelle disposizioni per la prevenzione del covid, come l'attività venatoria che è possibile svolgerla in zona arancione, a patto che si resti nel proprio comune, le riunioni condominiali in presenza, che potrebbero essere svolte su piattaforme, e le attività sportive amatoriali inibite ma non quelle agonistiche di importanza nazionale decise dall'organizzazione di governo sportiva.
E le biblioteche? Solo su prenotazione si può usufruire dei servizi e degli archivi.
Sicuramente è un terreno nuovo quello delle disposizioni per fronteggiare l'epidemia ma alcuni punti rimangono rigidi, troppo rigidi.
Non si può fare una partita a tennis ma si può cacciare. Si può assistere ad una celebrazione religiosa ma non ad uno spettacolo a teatro. L'organizzazione sperimentata per l'attesa del vaccino, si potrebbe adattare al museo. Una piattaforma, convocazione, attesa seduti e entrata.
L'arte è importante per molte persone, un nutrimento interiore continuo, non è una semplice passione, è rigenerazione dello spirito.
Se alla fine le distanze possono essere le stesse in attività diverse fra loro, le regole rispettate, quello che ci si chiede è: perchè allora sono inibite? Una risposta per chiarire ci starebbe bene.