In tv per trovare un film si devono girare almeno 6 canali con programmi di cucina. Tutti a cucinare, pure chi non è capace. Invenzioni strane, a volte che rasentano la 'pornografia' culinaria, che neanche gli affetti di voracità patologica potrebbero osare ingurgitare.
Qualcuno potrebbe obiettare, “forse è uscito male a te”, sicuro! Baccalà con il pandoro, paccheri alla salsa di calamaro e fagiano, frullato di trippa di bovino e sgombro con nocciola e mirtilli, dolci impastati con le cozze... come li salvi? Intanto questi format di improbabili cuochi sono molto seguiti, perchè rilassano, fanno simpatia, incuriosiscono.
Adottano l'archetipo della mamma in cucina, quando si era piccini mentre si giocava lei preparava e dava così tanta sicurezza con quel suo sguardo vigile e amorevole.
Tutti amano cucinare e siccome le ricette tradizionali sono complesse e richiedono impegno, meglio inventare! Gli anchormen della forchetta non si limitano alle dosi degli ingredienti, no. Inseriscono nuovi elementi, sino ad all'ora impensabili, assortendo manicaretti più belli da vedere che da mangiare. L'apparenza sembra che abbia superato il vero scopo della pietanza, il sapore, la bontà. Ora il cibo si impiatta non si mette nel piatto, il famoso, "toh magna!". Eh, è cambia tutto!
Si deve fare il disegno colorato, scultoreo, poi se sa di plastica, cartone, calzino, cosa importa, è bello.
Ecco perchè le porzioni sono minuscole, giusto per assaggiare senza sentirsi male, mentre il pensiero va alla fettuccina al sugo della nonna buttata nel piatto fondo che scola da una parte, o ai gnocchi nella pentola al centro della tavola, a quello stinco di maiale rosolato nel grasso al forno con le patate. Insomma ogni volta che si mangia al ristorante così si fa 'Pazza idea' di Patty Pravo.
Se queste proposte culinarie fossero rimaste segregate nella 'scatola magica' uno poteva pure farci una risata ma la cosa ha preso piede e ha convinto quelle belle trattorie italiane, persino abruzzesi famose per l'abbondanza, a scambiare la porzione di ravioli della vecchia cuoca, con il raviolo impiattato nel vassoio sul letto di salsa di pomodoro con il cumino e il coriandolo.
Tutto è cominciato da cuochi anglosassoni che di cucina, per cultura e tradizione, non capivano e non capiscono una rapa di cucina eppure, da furbi manager hanno convinto la ristorazione italiana a impiattare 'la cacatella' e chiedere per quella portata più di quanto si possa spendere, a testa, in quei ristoranti abruzzesi, che la tv la vedono poco, per fortuna, perchè loro lavorano tanto, dove mangi da nababbo e paghi il giusto. Anzi ti sembra pure poco quello che si caccia alla cassa. E' vero sorridono poco i ristoratori abruzzesi, ma pure questi che impiattano non mostrano cordialità allo stato puro.
Per chi vuole essere alla moda e farsi impiattare il cibo scultoreo - creativo, perché mangia con gli occhi più che con la bocca, anche se poi davanti al timballo apre le fauci, oggi tocca andare 'già mangiati' in trattoria o con la stozza in borsa, sennò si esce con tanta voglia di un piatto di mugnaia al sugo colante, mmmm meno male che c'è chi non segue la moda!