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Giovedì, 23 Maggio 2024 19:51

Abruzzo Regione. Il Consiglio approva la legge su disavanzo sanità

 accumulato un debito complessivo di oltre -  68 milioni di euro vanno per la copertura del buco del servizio sanitario regionale - le carte dovranno essere presentate il 27 maggio prossimo al tavolo di monitoraggio nazionale a cui sono sottoposte anche le ex Regioni 'canaglia', tra cui l'Abruzzo

 Nel corso della seduta urgente di oggi pomeriggio, il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza il progetto di legge per “la copertura del disavanzo del servizio sanitario regionale risultante dal conto economico al quarto trimestre 2023”. Il provvedimento prevede l’istituzione di un nuovo capitolo sul bilancio 2024 per la somma di euro 68.593.330. La Giunta regionale propone di utilizzare gli incassi 2024 delle imposte regionali IRAP e IRPEF per un valore di 35.644.029 euro; la restante parte della somma deriva da economie generate dall’avanzo di amministrazione del rendiconto 2022 (13.997.124 euro) e da quote ricavate da trasferimenti da vari capitoli del bilancio dedicati alla sanità (18.952.175 euro).

La legge, inoltre, stabilisce l’obbligo, da parte delle singole Aziende sanitarie locali, di predisporre piani di razionalizzazione delle risorse disponibili al fine di garantire l'efficacia, l'efficienza e la sostenibilità dei servizi sanitari offerti. I piani dovranno essere trasmessi al Dipartimento Salute della Regione Abruzzo entro 30 giorni dalla pubblicazione della legge. In caso di mancata approvazione del piano da parte del Dipartimento, la Asl dovrà apportare le modifiche richieste e ripresentarlo entro 30 giorni dalla comunicazione dell'esito negativo dell'istruttoria. I piani devono altresì essere trasmessi alle Commissioni I e V del Consiglio regionale, che previa illustrazione dei contenuti e della sostenibilità da parte del Dipartimento Salute, esprimono parere obbligatorio e vincolante, entro i 15 giorni successivi, ai fini dell'approvazione da parte della Giunta.

L'Aula, inoltre, ha approvato all'unanimità un ordine del giorno, condiviso da tutti i Gruppi, che in riferimento all'articolo 2 della legge, recita: “Il Consiglio regionale ritiene che in caso di mancata approvazione di un piano di razionalizzazione di una Asl, questa è tenuta a ripresentarlo entro 15 giorni dalla comunicazione del diniego. In caso di mancata trasmissione delle modifiche, il Dipartimento provvederà a diffidare il Direttore inadempiente affinché proceda entro 10 giorni. Qualora il Direttore generale non provveda, la Giunta regionale, su proposta dell'Assessore alla Salute, potrà disporre la nomina di un Commissario ad acta, sentite le Commissioni I e V del Consiglio regionale”.

Il Collegio dei revisori dei conti della Regione Abruzzo ha espresso parere non favorevole sulla delibera della Giunta regionale che destina 68 milioni di euro per la copertura del buco del servizio sanitario regionale, prodotto dalle quattro Asl abruzzesi che nel 2023 hanno accumulato un debito complessivo di oltre 122 milioni di euro. La restante parte è stata coperta con avanzi di amministrazione ed altre economie.

L'urgenza dell'approvazione  è legata al fatto che le carte dovranno essere presentate il 27 maggio prossimo al tavolo di monitoraggio nazionale a cui sono sottoposte anche le ex Regioni 'canaglia', tra cui l'Abruzzo che è stata commissariata per il deficit sanitario dal 2007 al 2017. Per il buco nella sanità le opposizioni, in particolare il consigliere dem Sandro Mariani, presidente della commissione di Vigilanza, hanno chiesto le dimissioni dell'assessore regionale alla Salute Nicoletta Verì.

Opposizione chiede cambio rotta

“La presentazione del disavanzo ci ha colto di sorpresa. Fino allo scorso marzo abbiamo sentito la maggioranza di centrodestra parlare della sanità come di un modello efficace e funzionante. Oggi però questo “modello” mostra pubblicamente tutta la sua fragilità e inconsistenza: un disavanzo da 128 milioni e i servizi al minimo per l’utenza” ad affermarlo è il Capogruppo Luciano D’Amico che questa mattina, con i colleghi di opposizione del Patto per l'Abruzzo, Silvio Paolucci, Antonio Blasioli, Antonio Di Marco, Giovanni Cavallari, Vincenzo Menna, Alessio Monaco, Erika Alessandrini e Francesco Taglieri, ha tenuto una conferenza stampa davanti al Pronto Soccorso di Pescara. 

“In sede di discussione della legge per la copertura del disavanzo del servizio sanitario – continua D’Amico -  ci saremmo aspettati una seria riflessione non solo su come tamponare la situazione contingente, ma anche su come gestire   il prossimo futuro. Ma niente di tutto questo è avvenuto. Al disavanzo, definito più volte dall’Assessore Verì e dall’Assessore Quaglieri, come “strutturale”, pur senza spiegarne le motivazioni, si continua a contrapporre una copertura emergenziale e non ripetibile.  Non è stato approfondito, per esempio, nessun piano relativo al numero delle Asl, sulla specializzazione degli ospedali o sulla definizione degli sprechi. Manca completamente ogni forma di programmazione e le coperture, trovate a fatica in questo frangente, non saranno disponibili in futuro.

Alle molte domande che abbiamo posto, sono arrivate più giustificazioni che risposte. La maggioranza ha, infatti, più volte tentato di liquidare la questione e far apparire la situazione abruzzese non troppo grave o giustificandola con la stabilizzazione del personale o l’acquisto di qualche macchinario. Ma i costi effettuati per queste operazioni sono molto inferiori rispetto al disavanzo accumulato. Fuori luogo anche il costante paragone con altre regioni italiane, più volte riproposto dal centrodestra in sede di discussione: anche in questo caso ci saremmo aspettati un’analisi più approfondita. È vero che molte regioni hanno un disavanzo più ampio, per esempio la Toscana registra 340 milioni. Ma se lo rapportiamo al numero di abitanti questa cifra si traduce a una quota pro capite di 90 euro per ogni cittadino; in Abruzzo siamo a 101 euro. Il dato davvero importante, però, è che con questo disavanzo la Regione Toscana, in dieci anni, ha segnato più 1.336 milioni di mobilità attiva, mentre l’Abruzzo un meno di ben 823 milioni. Questo rende l’idea del servizio erogato. Molte regioni, infatti, con il disavanzo finanziano addirittura extra Lea (Livelli Essenziali Assistenza), ovvero offrono un servizio in più all’utenza. Invece in Abruzzo aumentano le spese ma i cittadini devono anche fare i conti con un sistema sanitario che è molto deficitario a fronte delle richieste: liste d’attesa lunghissime, servizi erogati al minimo, carenza di personale, carenza di posti letto, pronto soccorso allo stremo e tanto altro.

Una tendenza che deve assolutamente essere invertita. In Abruzzo deve essere messo in atto un profondo e radicale cambiamento in merito alla gestione della sanità. Come opposizione continueremo a lavorare con determinazione, a chiedere dati su ogni voce relativa al servizio sanitario e il conto di ogni spesa, con l’obiettivo di tutelare gli abruzzesi e garantire a tutti un servizio sanitario adeguato” conclude.

M5s: Sanità, buco di 128 milioni di euro in Abruzzo. Taglieri e Alessandrini (M5S): attingere ai soldi dei dipendenti pubblici non è la soluzione

“La volontà, da parte di questo governo regionale, di andare contro il parere negativo dei revisori dei conti in merito al piano di rifinanziamento del disavanzo sanitario, appare tanto azzardata quanto frutto di una totale mancanza di responsabilità sul piano politico. Cercare di coprire questo disavanzo attingendo ai fondi del TFR/TFS dei dipendenti di Regione Abruzzo testimonia, inoltre, la totale assenza di un progetto virtuoso attraverso il quale ripianare il disastro finanziario che il governo Marsilio ha generato. Una prospettiva pericolosa e allarmante sia da un punto di vista tecnico che politico. Preoccupano anche le parole del Consigliere Gatti che hanno lasciato intendere che ci saranno dei tagli lineari alla sanità abruzzese”. A dichiararlo sono Erika Alessandrini e Francesco Taglieri, Consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle, a margine del Consiglio Regionale che si è svolto in data odierna. L’assise, preceduta nella mattinata dalla seduta della Prima Commissione all’interno della quale si è dibattuto circa il buco di 128 milioni di euro nelle casse della Regione, ha visto una rigida opposizione da parte dei Consiglieri pentastellati. “L’Assessore Verì insiste nel descrivere una sanità perfettamente funzionante ed efficiente al punto da non avere alcun tipo di problema ed essere presa a modello anche da altre regioni. Una narrazione di comodo, faziosa e cieca di fronte alla realtà che gli abruzzesi vivono quotidianamente e che è contraddistinta da disservizi, criticità a tutti i livelli e gravi difficoltà nel vedersi riconosciuto il diritto alle cure. Ci sono 186 milioni di euro di mobilità passiva, perdiamo oltre 40 milioni di euro di mobilità attiva, interi presidi ospedalieri stanno morendo per una serie di azioni scellerate messe in atto da questa amministrazione regionale e la Verì, bocciata alle urne dagli elettori ma promossa dai suoi capi politici, si dimena nell’elogiare le direzioni strategiche aziendali, colpevoli di gran parte di questo disastro. Non solo le applaude ma le ha addirittura riconfermate come premio per il lavoro svolto. Da parte dell’Assessore Verì e dell’Assessore Quaglieri non abbiamo sentito una sola proposta concreta sul come ripianare questa voragine finanziaria da loro stessi creata, ma solo ed esclusivamente un totale scarico di responsabilità, come se ad amministrare, negli ultimi cinque anni, ci fosse stato qualcun altro e non loro”. “Ciò di cui si parla è un disavanzo strutturale del quale loro erano perfettamente a conoscenza già dal terzo trimestre del 2023 ma che hanno scelto di ignorare per dare priorità alla loro azione politica. Un buco che hanno tentato di giustificare con investimenti finalizzati a potenziare la sanità delle quattro provincie ma che, invece, non ha trovato alcun riscontro nella realtà, essendo i servizi drammaticamente peggiorati sul territorio laddove non direttamente spariti. Ora, nel vano tentativo di arrestare quest’emorragia di bilancio, invece di predisporre un piano strategico per il ripianamento delle casse, provano ad arginarlo ricorrendo a un’azione emergenziale come quella di attingere ai soldi dei dipendenti pubblici: una follia totale. Hanno scelto di ignorare il parere negativo dell’organo tecnico che ha esplicitamente chiarito come questa legge non abbia le gambe per camminare: andare contro questa indicazione è una responsabilità politica e una responsabilità finanziaria che questa maggioranza di centrodestra ha scelto di assumersi”.

Cgil Abruzzo Molise e la Fp Cgil Abruzzo Molise hanno presentato stamattina una memoria scritta in Prima Commissione del Consiglio Regionale

La Cgil Abruzzo Molise e la Fp Cgil Abruzzo Molise hanno presentato stamattina una memoria scritta in Prima Commissione del Consiglio Regionale in vista dell'imminente approvazione del PdLR 6/2024 per la copertura del disavanzo sanitario regionale accumulato dalle Asl nell’esercizio 2023. In tale memoria la CGIL ha chiesto ai componenti la Commissione di impedire che i tagli economici che dovranno essere attivati penalizzino i cittadini ed i lavoratori abruzzesi, ma che invece si realizzino su quelle voci di bilancio che rappresentano sperpero di risorse pubbliche, facilmente individuabili nel bilancio di previsione della Regione Abruzzo per gli anni 2024-2026. Il Segretario Generale Cgil Abruzzo Molise, Carmine Ranieri e il Segretario Generale Fp Cgil Abruzzo Molise, Luca Fusari così fanno sapere.

"Il rischio è che vengano tagliati ulteriormente servizi sanitari ai cittadini in un sistema già allo stremo, in cui il diritto alla cura è sempre meno garantito. Infatti, l’art. 2 del progetto di legge regionale in esame introduce l’obbligo da parte delle Asl regionali di predisporre entro 30 giorni dalla sua approvazione, piani di razionalizzazione al fine del ripianamento del disavanzo. La Cgil chiede che tali piani di razionalizzazione non prevedano tagli del personale o il blocco dei processi di stabilizzazione in atto del personale precario e che si preservi l’occupazione dei lavoratori oggetto di appalti alle cooperative o ad aziende di servizi sanitari complementari. Ciò è necessario non solo al fine di salvaguardare l’occupazione, ma soprattutto di evitare la diminuzione delle prestazioni sanitarie, in termini qualitativi e quantitativi, alle cittadine e cittadini. Per garantire ciò è necessario che le ASL affrontino il tema della razionalizzazione attraverso un percorso condiviso con le parti sociali e procedendo con la massima trasparenza. Oltre ciò, la preoccupazione del sindacato deriva anche dalla possibilità, prevista nel progetto di legge in discussione, che la copertura del disavanzo avvenga riducendo spese aventi vincolo di destinazione nelle quali possono rientrare anche quelle relative all’accantonamento del Tfr/Tfs dei dipendenti della Regione Abruzzo. Una possibilità, questa, che la Cgil chiede non venga attuata per due ordini di motivi: da un lato, il predetto fondo di accantonamento si alimenta attraverso i contributi pagati dai lavoratori; dall’altro, tale operazione di distrazione di risorse, per quanto legittima in situazioni eccezionali, prevede comunque il ripianamento delle stesse nella prima occasione utile, cosa che allo stato dei fatti non è facilmente ipotizzabile. La Cgil Abruzzo Molise e la Fp Cgil Abruzzo Molise auspicano che il Consiglio regionale da poco eletto sia in grado di gestire questa difficile fase evitando un ulteriore depauperamento della sanità abruzzese ed un peggioramento delle condizioni dei lavoratori."

Ultima modifica il Venerdì, 24 Maggio 2024 15:09
 

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